La tragedia avvenuta alla casa di riposo di Cuvio ha suscitato grande sconcerto. Un uomo di 74 anni proveniente da Milano, che aveva l’età mentale di un bambino di 5 anni, ha perso la vita dopo essere fuggito dalla struttura e aver attraversato un corridoio per poi lanciarsi dalla finestra. I ferri della recinzione della casa di riposo l’hanno trapassato senza lasciare speranza di vita.
Il processo che ha seguito questi fatti si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati, ai quali era stato contestato l’omicidio colposo. Il medico di guardia era accusato di “procurata morte in ambito sanitario”, mentre alle due operatrici socio sanitarie veniva contestato l’omicidio colposo omissivo. Il direttore della struttura era invece accusato di non aver adottato un modello organizzativo adeguato per garantire la sicurezza dell’anziano ospitato nel reparto “casa albergo”.
Il procuratore aveva richiesto una pena di 1 anno e 4 mesi per il medico, 8 mesi per il legale rappresentante e l’assoluzione per le due operatrici. Il giudice, invece, ha pronunciato l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Corrado Viazzo e Vera dall’Osto.
Questa sentenza è importante perché dimostra che, nonostante le carenze organizzative, tutto è stato fatto per contenere l’anziano. Tuttavia, la forma di contenimento utilizzata non era sufficiente per immobilizzarlo completamente e ciò ha causato problemi circolatori all’uomo, che era molto magro. Questa tragedia ci invita a riflettere sulle modalità di contenimento degli ospiti delle case di riposo, affinché vengano adottate procedure che garantiscano la loro sicurezza senza compromettere la loro salute.