Il pupillometro è diventato uno strumento fondamentale per monitorare le lesioni cerebrali acute in pazienti in stato di incoscienza. Questo strumento permette ai medici di controllare la reattività delle pupille, che può essere un segnale di emergenza neurologica e fornisce informazioni sulla funzionalità del tronco encefalico. Negli ultimi anni, il pupillometro automatizzato ha sostituito la vecchia procedura con la lampadina tascabile, offrendo una misurazione più oggettiva e affidabile.

Un nuovo studio, coordinato dall’Università di Milano-Bicocca e pubblicato sulla rivista Lancet Neurology, ha confermato l’importanza della pupillometria automatizzata nella prognosi dei pazienti con lesioni cerebrali acute. Lo studio, chiamato ORANGE, ha coinvolto 514 pazienti in 13 ospedali di otto Paesi tra Europa e Stati Uniti, tra cui l’Ospedale San Gerardo di Monza. Lo scopo dello studio era valutare l’associazione tra le valutazioni delle pupille nei primi sette giorni di ricovero e l’esito neurologico a sei mesi. La pupillometria quantitativa ha permesso di standardizzare le valutazioni delle anomalie e di rilevare eventuali cambiamenti nel tempo che potrebbero indicare lesioni evolutive potenzialmente gravi.

Il pupillometro utilizza una telecamera a infrarossi per acquisire 90 immagini in 2,7 secondi, registrando l’intera risposta pupillare e fornendo l’indice neurologico della pupilla (NPi) con valori da 0 a 5, dove valori inferiori a 3 sono considerati anormali.

Secondo Giuseppe Citerio, Principal Investigator e docente di Anestesia e Rianimazione presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, il monitoraggio dell’NPi di un paziente predice dinamicamente il suo esito neurologico e la sua mortalità entro sei mesi. Valori bassi di NPi sono considerati un grave allarme e sono associati a esiti sfavorevoli. Al contrario, quando l’NPi rientra in un range di valori considerato normale, il rischio di esiti sfavorevoli diminuisce. Questo studio dimostra per la prima volta che l’NPi svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio della progressione delle lesioni cerebrali acute.

Questi risultati rappresentano un importante passo avanti nella standardizzazione dell’uso del pupillometro in terapia intensiva, riducendo la soggettività delle valutazioni manuali delle pupille.

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