Due bambini di Parabiago, rimasti orfani di madre, sono diventati protagonisti di una sentenza storica della Corte Costituzionale che apre la strada all’adozione aperta. Questa sentenza fa sì che i rapporti con alcuni membri della famiglia di origine possano essere mantenuti, a condizione che sia nell’interesse del minore e che venga valutato caso per caso. Questo “caso pilota” è stato discusso in una tavola rotonda a Parabiago il 26 ottobre, che ha visto la partecipazione del sindaco Raffaele Cucchi, dell’avvocato Maria Grazia Di Nella e della professoressa Elisabetta Lamarque.
La legge sull’adozione risale al 1983 e prevede che in caso di abbandono morale e materiale di un minore, se nessun parente entro il quarto grado ha la capacità di prendersi cura di lui, il minore viene dichiarato in stato di abbandono. Da lì inizia un percorso che prevede prima un affidamento pre-adottivo e poi l’adozione da parte di una coppia considerata idonea, a cui vengono spiegate la storia e la situazione del minore. L’adozione, dal punto di vista giuridico, interrompe i legami con la famiglia di origine: il minore passa da essere figlio e minore di alcune persone a essere figlio e minore di altre.
Nel corso degli ultimi 40 anni, però, la pedagogia, la psicologia, la giurisprudenza e la realtà hanno dimostrato la necessità di trovare alternative, considerando anche i cambiamenti nella società. I giudici hanno quindi cercato di trovare soluzioni alternative che garantiscano sia la necessità di stabili relazioni giuridiche per il minore, sia il mantenimento dei legami precedentemente instaurati. Spesso si è parlato di semi-abbandono permanente, uno stato che non giustifica l’adozione completa ma richiede comunque una famiglia che si prenda cura del bambino, consentendo al contempo il mantenimento dei legami con i parenti.
La sentenza della Corte Costituzionale ha messo nero su bianco la possibilità per i giudici di dichiarare lo stato di abbandono e procedere quindi con un’adozione completa, garantendo tutti i vantaggi per il minore, ma permettendo anche il mantenimento dei legami con alcuni membri della famiglia di origine che hanno una relazione affettiva con il minore. Questi legami sono considerati essenziali per la crescita del bambino e per la sua formazione identitaria, sempre sotto la supervisione dei servizi sociali e secondo gli interessi del minore. In sintesi, la Corte Costituzionale ha legalizzato l’adozione “aperta”.
Il caso di Parabiago, che ha portato a questa svolta, riguarda due minori che hanno perso la madre per mano del padre. Il caso è stato portato con successo davanti alla Corte d’Appello di Milano, con l’obiettivo di prendere una decisione non solo basata sul diritto, ma anche nell’interesse del minore. Questo ha portato a una “vittoria delle relazioni personali e affettive dei minori con le figure di riferimento e delle relazioni tra servizi sociali e amministratori, tra i professionisti che hanno seguito il caso”.