Sequestro alla nuova sala ristorante di Brienno: il titolare accusato di abuso edilizio e paesaggistico
La grande sala ad altezza lago del Crotto dei Platani, così come la terrazza all’aperto vicino alla foce del torrente Valle Quai di Orsa e il solarium vicino al ristorante, sono state poste sotto sequestro a partire da mercoledì. Il titolare, Francesco Cavadini, ex sindaco e attuale consigliere comunale e provinciale, è accusato di abuso edilizio e paesaggistico, occupazione abusiva di area pubblica e deturpamento di bellezze naturali.
Il sequestro preventivo è stato eseguito dai Carabinieri Forestali di Como, su richiesta del pubblico ministero Alessandra Bellù, e il decreto è stato firmato dal giudice delle indagini preliminari Carlo Cecchetti. L’inchiesta è partita da un sopralluogo dei forestali al Crotto dei Platani lo scorso anno, durante il quale sono state riscontrate delle difformità tra i permessi a costruire richiesti e ottenuti dal titolare del ristorante e quello che è stato effettivamente realizzato.
Per quanto riguarda la sala interna, è stato accertato che il permesso a costruire e il parere favorevole della Regione consentivano la realizzazione di una soletta per il rimessaggio delle imbarcazioni e un’area multiuso, non una sala ristorante con piantane metalliche e vetrate vista lago. Per quanto riguarda l’area vicino alla foce del torrente, dove sono stati installati tavolini, funghi per il riscaldamento, impianti elettrici e luci, non è stato trovato alcun permesso di costruire. Inoltre, quella zona è considerata pericolosa a causa di alluvioni passate. Infine, anche per la spiaggetta non è stata trovata alcuna autorizzazione a costruire, essendo una zona demaniale.
Oltre a Cavadini, sono state mosse accuse anche al responsabile del Servizio Assetto del Territorio del Comune di Brienno, Alessandro Colombo, all’architetto Ruggero Venelli, direttore dei lavori, e a Ivan Curti, legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori. Il tecnico comunale è accusato di abuso d’ufficio per aver rilasciato il permesso a costruire, mentre al direttore dei lavori e all’impresa costruttrice viene contestato l’abuso edilizio per aver effettuato lavori non autorizzati in una zona sottoposta a tutela paesaggistica speciale. Cavadini, invece, è accusato anche di occupazione abusiva di area pubblica e deturpamento di bellezze naturali.
Durante l’inchiesta, Cavadini ha nominato un consulente di parte che ha presentato un documento difensivo per sostenere che la realizzazione della sala ristorante sarebbe compatibile con il permesso di costruire, che per la spiaggetta è possibile ottenere una sanatoria del demanio e che l’area vicino alla foce del torrente può essere riportata allo stato originale.