La rivolta nel carcere di Torre del Gallo nel marzo del 2020 ha scosso profondamente Enzo Finizio, che si trovava lì da settembre. Quella sera, la situazione è sfuggita di mano e le guardie hanno perso il controllo a causa del panico generato dagli incendi e dal fumo. Tuttavia, Finizio sostiene che non si possa considerare quella rivolta come una semplice devastazione da parte dei detenuti, ma come una protesta legittima a causa dei problemi esistenti in carcere.
Enzo Finizio è stato sia imputato che parte offesa nell’inchiesta riguardante i presunti pestaggi da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Per sette di loro, il magistrato Valeria Biscottini ha chiesto l’archiviazione, ma un altro filone di indagine è ancora in corso. Finizio ha denunciato di aver subito un’aggressione di persona e intende andare avanti per denunciare ciò che è accaduto. Egli sottolinea che nel carcere ci sono persone che, nonostante abbiano commesso errori, non dovrebbero pagare anche per altre questioni, poiché sono comunque vite umane.
Sull’accusa di devastazione e saccheggio, Finizio ritiene che sia esagerata, poiché sebbene ci siano stati danneggiamenti, la struttura del carcere presentava già molti problemi evidenti per tutti. La sua testimonianza conferma che ci sono stati problemi significativi all’interno del carcere e che la protesta dei detenuti era motivata da una serie di questioni irrisolte.