Alberto Genovese rimane in carcere. Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso che l’ex imprenditore, noto nel campo delle startup, condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle, dovrà restare nel penitenziario di Bollate.

I giudici hanno respinto la richiesta della difesa di poter essere curato in una struttura terapeutica, riprendendo il percorso di recupero interrotto con il ritorno in prigione avvenuto il 13 febbraio scorso per scontare la pena definitiva. La decisione arriva dopo una valutazione psichiatrica per analizzare le cause che hanno portato Genovese a commettere atti antisociali.

Nonostante debba scontare una pena residua inferiore a 4 anni, Genovese dovrà affrontare un nuovo processo per un altro filone di indagine riguardante violenze sessuali.

Prima del suo arresto, Genovese era stato detenuto a San Vittore dal novembre 2020 fino a fine luglio 2021, quando era stato messo ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Tuttavia, era tornato in prigione lo scorso febbraio per eseguire la pena definitiva, ridotta grazie alla rinuncia all’appello dopo la condanna in abbreviato.

La decisione del tribunale di Sorveglianza di Milano conferma la permanenza di Alberto Genovese in carcere, nonostante la richiesta della difesa di poter seguire un percorso terapeutico. La sua pena per violenze sessuali su due modelle è stata confermata e dovrà affrontare un nuovo processo per altre accuse simili. La sua situazione penitenziaria è stata caratterizzata da periodi di detenzione e domiciliari, ma adesso è tornato dietro le sbarre per scontare la sua pena definitiva.

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