Il fenomeno del rap milanese ha recentemente visto l’arresto di un noto trapper italiano, Andrea Arrigoni, meglio conosciuto come Shiva. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla locuzione “fare brutto” e su come sia evoluta nel corso degli anni.

La prima generazione di rapper, come Fabri Fibra, Marracash e Club Dogo, utilizzava il concetto di “fare brutto” in senso figurativo, raccontando storie di strada con l’atteggiamento di reporter, senza la necessità di coinvolgersi in attività criminali. La seconda generazione, rappresentata da artisti come Sfera Ebbasta, ha seguito lo stesso cliché della prima.

La terza generazione, composta principalmente da figli di immigrati, ha invece abbracciato l’attitudine “gangsta” tipica dei trapper americani, in cui l’aspetto criminale diventa prioritario rispetto alla musica. Questo si riflette anche nella qualità della musica stessa.

Shiva, tuttavia, si distingue da questa tendenza. Sebbene i suoi testi trattino spesso di soldi facili e droga, contengono anche una certa dose di sentimento, il che lo rende molto apprezzato dalle ragazze. Non tutti i trapper si amano, alcuni collaborano, altri si odiano. Questo odio si traduce spesso in dissing, ovvero offese e umiliazioni, sia nelle canzoni che sui social media. Alcuni dissing si risolvono pacificamente, altri no.

Nel caso di Shiva, i rapporti con i trapper della “Seven Zoo” di San Siro erano molto tesi. L’11 luglio, mentre rientrava nel suo studio discografico, è stato attaccato da alcuni ragazzi vestiti di nero. Shiva ha reagito aprendo il borsello e sparando cinque colpi di pistola, ferendo due persone. Nessuno ha denunciato l’accaduto, probabilmente per la presenza di un’omertà tra le fazioni rivali.

Undici giorni dopo, Shiva ha meditato un secondo raid, ma è stato fermato da un amico che gli ha consigliato di stare calmo. Tuttavia, la rabbia e il desiderio di vendetta lo hanno spinto a cercare un’altra occasione per colpire.

Il 21 agosto, prima di un concerto in Puglia, Shiva ha discusso con un amico la possibilità di portare con sé uno zaino contenente qualcosa di illecito. Questo ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare e al suo arresto.

Questo caso dimostra come il concetto di “fare brutto” sia cambiato nel corso degli anni, passando da una rappresentazione figurativa ad azioni criminali reali. È importante riflettere su come la cultura della violenza possa influenzare la musica e la società stessa.

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