La fine dell’ora solare ci ha riportato al normale scorrere del tempo, ma adesso dobbiamo affrontare l’immersione graduale nel buio che caratterizza la fine dell’anno. Fino al 21 dicembre le notti diventano sempre più lunghe, ma poi avviene il cambiamento con la graduale ricrescita della luce. Questi segni di normalità astronomica sembrano aver cancellato i dubbi e le angosce meteorologiche che ci hanno accompagnato per mesi, prima e dopo l’estate. Mentre ci prepariamo all’arrivo dell’inverno, con piogge persistenti e mattinate nebbiose, iniziano già a fare capolino le prime nostalgiche del sole tanto criticato per il suo clima rovente. Nonostante tutto, inizia a parlarsi sottovoce del Natale imminente, carico di incertezze, forse anche più di quanto accaduto durante la pandemia. Crisi economica, povertà in aumento, popoli in guerra: è davvero difficile trovare momenti di serenità. Ma il Natale arriva e passa, segnando il trascorrere del tempo sempre più veloce, senza curarsi delle necessità di ognuno di noi. Quindi godiamoci l’ora di tempo che abbiamo recuperato stanotte, senza consegnarla acriticamente al sonno come solito fare (“Dormiremo un’ora in più”, anche se ci sono persone che hanno fatto diversamente), ma conserviamola come un prezioso dono, ricordando che è solo una compensazione per l’ora che ci era stata tolta sei mesi fa. Chiunque voglia essere felice, lo sia. Sullo sfondo c’è sempre un ponte per distrarsi, e questa volta è un super-ponte, quello di Ognissanti, che per molti – nonostante i problemi di ognuno – significa una settimana di festa. Non ci sarà più il sole cocente, nemmeno i cambiamenti climatici potrebbero fare tanto, ma basterà un tempo in linea con la stagione per aprire le porte a una piccola fuga verso le montagne o il mare. Il clima potrebbe essere meno favorevole per il successivo ponte dell’Immacolata, ma saranno le Feste a riaprire i conti nell’anno nuovo, con il tempo che fugge e costringe tutti noi a pianificare il futuro senza troppe certezze. Tranne forse l’ora legale, a cui dovremo restituire i sessanta minuti recuperati stanotte il prossimo 31 marzo. Tempus fugit, appunto.

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