La partoanalgesia, una pratica che era stata interrotta a causa dell’emergenza Covid, è stata reintrodotta dall’equipe del dottor Oria dopo corsi di informazione. Mentre in Francia viene effettuata automaticamente, negli Stati Uniti il 75% delle partorienti la sceglie, in Spagna il 50%, mentre in Italia solo una donna su cinque opta per la partoanalgesia, anche in provincia di Sondrio.

Negli anni precedenti alla pandemia, la partoanalgesia veniva regolarmente proposta in tutti i Punti nascita aziendali. Ora, grazie all’impegno del dottor Oria, medico anestesista e rianimatore che coordina l’equipe di lavoro in partoanalgesia, è tornata ad essere riproposta nei Punti nascita di Sondalo e Sondrio. L’obiettivo è sfatare il mito che l’epidurale sia un’anestesia che fa perdere la percezione delle contrazioni.

Il dottor Oria spiega che l’obiettivo della partoanalgesia non è eliminare il dolore durante il travaglio e il parto, ma renderlo sopportabile. La donna continua a sentire le contrazioni ed è vigile e presente in tutte le fasi, ma lo stimolo è tollerabile e le permette di vivere in maniera più serena questi momenti. Con l’analgesia epidurale viene somministrato un farmaco analgesico attraverso un’iniezione nella zona lombare. In pochi minuti il dolore diminuisce significativamente, senza però modificare la sensibilità della partoriente.

La scelta di partorire con l’epidurale è personale e dipende da molti fattori, tra cui la soglia del dolore di ciascuna donna. Il consiglio è di informarsi adeguatamente e prendersi del tempo per riflettere in modo da arrivare al momento del ricovero in ospedale con le idee chiare. Durante la gravidanza vengono organizzati incontri mensili per illustrare la pratica dell’epidurale, in modo da permettere alle gestanti di scegliere in modo consapevole.

Devo ringraziare tutti i colleghi anestesisti rianimatori e in particolare il dottor Oria per aver ripreso l’attività della partoanalgesia dopo lo stop imposto dalla pandemia. Questa pratica fa parte dell’ospedale senza dolore ed è un aspetto centrale della cura di chi si affida alle nostre strutture.

Fonte: Valchiavenna News

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