La coppia di Locate Varesino, accusata di abusi e riduzione in schiavitù, è stata assolta con formula piena. Le accuse, che includevano anche riti satanici e stupri di gruppo, si sono rivelate essere frutto di fantasia. Il giudice delle udienze preliminari di Milano ha emesso la sentenza venerdì scorso, dopo che la coppia è stata costretta per quasi vent’anni a difendersi dalle accuse di una donna che era stata affidata a loro nel 2000. La motivazione della sentenza è lunga e spaventosa, non tanto per le immagini di stupri e riti satanici descritte nei programmi televisivi e nelle denunce, ma per l’incubo giudiziario che la coppia ha vissuto.

Un anno fa, la polizia aveva notificato un provvedimento cautelare ai coniugi, che includeva un ordine di dimora con braccialetto elettronico, a seguito delle accuse mosse dalla donna che era stata affidata a loro. Tuttavia, tutte le accuse mosse in passato dalla donna erano state archiviate per mancanza di credibilità e prove. La situazione è cambiata quando la presunta vittima, all’età di vent’anni, ha avuto un figlio dal padre affidatario, che è stato accusato anche di abusi sessuali. Tuttavia, una lettera scritta dalla donna stessa smentiva queste accuse. Inoltre, sono emersi referti medici che parlavano di una possibile infibulazione, anche se non erano mai stati effettivamente diagnosticati.

Nonostante il provvedimento di custodia cautelare con braccialetto elettronico, il Tribunale del riesame ha annullato la misura affermando che non c’erano elementi sufficienti per giustificarla. In seguito, il giudice che aveva disposto le misure cautelari ha deciso di sentire la presunta vittima in un incidente probatorio. Tuttavia, la donna non si è presentata e il suo avvocato ha depositato un parere in cui si sconsigliava di farle rievocare le vicende. È emerso che la donna era stata imputata in passato per simulazione di reato, ma si era salvata per prescrizione. Inoltre, nel corso degli anni aveva denunciato molte persone con le quali era entrata in contatto, inclusi i suoi genitori biologici, il fratello, un sacerdote, un ex compagno, i genitori affidatari e persino i giudici di Siena. Tutte queste denunce erano state archiviate o avevano portato a un’assoluzione con formula piena.

Il giudice ha anche evidenziato che i riferimenti ai satanisti si riducono a contatti con una giovane di 29 anni che aveva interessi nel satanismo, ma questa persona aveva contatti con il figlio della coppia e non con loro. Non è mai emerso alcun documento o testimone diretto e molti fatti sono stati smentiti da altre dichiarazioni o riscontri investigativi. Il giudice non ha dubbi: i due imputati devono essere assolti da tutte le accuse, e devono essere assolti con formula piena.

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