Una domenica di “quasi inverno” ha segnato l’arrivo della brutta stagione con i primi freddi. Questo richiede di prepararsi con l’abbigliamento invernale. Tuttavia, per coloro che sono stati sfollati da diversi mesi a causa di una frana, fare il “cambio armadi” è difficile. La loro casa è ancora inaccessibile a causa della montagna franata. Questa montagna è crollata la scorsa primavera nel 2022, ma è stata soprattutto l’ultima grande frana, avvenuta nel gennaio di quest’anno, a lasciare decine di residenti senza casa. Alcuni hanno trovato rifugio dai parenti, mentre altri hanno dovuto trovare un’altra sistemazione in affitto, con la fortuna di poter sospendere temporaneamente il pagamento del mutuo.

Domenica mattina, sotto la supervisione dei vigili del fuoco, i residenti si sono mossi verso i loro appartamenti nei condomini della Cavetta, costruiti nella valle del Tresa sotto un ampio fronte di roccia che si è staccato. Questo ha costretto il Comune a emettere ordini di sgombero per i residenti e di ripristino dei luoghi. Questo distacco di un enorme volume di roccia (oltre 1000 metri cubi) è finito nel vallo paramassi, costruito anni fa per fungere da manufatto di sicurezza. Tuttavia, il vallo è ancora pieno di rocce e i lavori, che avrebbero dovuto iniziare il 27 ottobre, non sono ancora iniziati. Questa situazione ha messo in allarme i residenti di Creva.

Il sindaco Enrico Bianchi ha spiegato il ritardo, affermando che è stata necessaria un’analisi approfondita sulle caratteristiche delle rocce, che possono contenere arsenico. Questa analisi è necessaria per comprendere come procedere. I lavori inizieranno dopo questa caratterizzazione delle rocce.

“I passaggi saranno fondamentalmente tre: disgaggio delle rocce pericolanti, rimozione delle rocce e riposizionamento di una grande rete contenitiva in acciaio”. È difficile prevedere la data precisa di inizio dei lavori, ma il sindaco assicura il massimo impegno affinché vengano rispettati i tempi per la riconsegna delle abitazioni ai residenti. Ha indicato il mese di aprile come termine dei lavori.

La vicenda è delicata e si intreccia con un’indagine aperta dalla Procura di Varese per accertare eventuali responsabilità penali. Nel frattempo, gli sfollati di Creva hanno ricevuto un’altra sorpresa quando sono tornati nelle loro case. I muri e i soffitti dei loro appartamenti sono pieni di muffa a causa della mancanza di abitanti da mesi. Chiedono alle istituzioni di risolvere il problema al più presto, altrimenti le loro case verranno mangiate dalla muffa durante l’inverno.

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