Con le abbondanti piogge di questi giorni, l’Orrido di Nesso diventa un luogo davvero spettacolare. Seppure rimanga sempre una delle mete più visitate e fotografate da chi percorre la sponda orientale del Lario, quella che da Como corre fino a Bellagio, solo quando è in piena l’Orrido di Nesso offre scorci davvero incredibili, trasformandosi in una imponente cascata che attraversa una gola rocciosa naturale scavata dalle acque del Pian del Tivano. Un torrente in cui confluiscono le acque del Touf e del Nosè, che poi prosegue anche sotto quelle del lago. Visibile dal piazzale di Nesso – lungo la provinciale SP583 nella direzione che conduce fino alla perla di Bellagio – o meglio dall’antico ponte della Civera sul lago di Como.

Lo spettacolo è notevole soprattutto in autunno quando le abbondanti piogge arricchiscono le sue acque furiose. Bianche e spumeggianti cascate si incontrano all’inizio della gola con un gioco di imponenti flutti veramente scenografici; poi, unite le loro forze, le acque si gettano verso il vicino lago saltando nell’abisso, mostrando lo spettacolo della roccia nuda incisa dalla furia dell’acqua.

La storia

Il ponte della “Civera” – forse romano- scavalca la forra collegando la frazione Coatesa con Riva del Castello, altra borgata di Nesso. Il Comune di Nesso ebbe una storia importante, in epoche recenti il buon livello economico fu proprio raggiunto grazie a queste impetuose acque: fornivano, infatti, energia per alcune cartiere e per due stabilimenti per la lavorazione della seta, oltre che per mulini, magli e torchi. Anche il nome del Comune è legato all’acqua: sembra derivi dalla divinità celtica delle acque chiamata “Ness”.

Dal XIV secolo la forza delle acque dell’orrido è stata importante per lo sviluppo dell’industria manifatturiera con la costruzione di mulini, cartiere, filatoi, oleifici, magli e torchi. Anche due stabilimenti per la lavorazione della seta sfruttarono la forza motrice della cascata. L’Orrido di Nesso è citato in diversi libri storici, tra cui il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, il quale scrive: «Più su 2 miglia [rispetto alla Villa Pliniana] è Nesso, terra dove cade uno fiume con grande empito, per una grandissima fessura di monte. Queste gite son da fare nel mese di maggio» [Codice Atlantico, c. 573v]. In letteratura si ricorda il romanzo Falco della Rupe o la Guerra di Musso di Gianbattista Bazzoni. L’Orrido è protagonista, nei secoli XVIII e XIX in acquetinte dei pittori Federico e Carolina Lose.

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