Entro breve tempo verranno adottate le misure necessarie per la salvaguardia del gambero di fiume lariano. La situazione di questa specie autoctona (Austropotamobius pallipes) è critica e richiede tutta l’attenzione necessaria. Infatti, nel Comune di Colle Brianza, lungo il torrente Bevera di Brianza nelle località di Val Chignolo e Valle della Taiada, i gamberi devono fare i conti con la peste del gambero, un fungo che corrode il loro carapace e li annienta.

L’epidemia è stata scatenata dai gamberi rossi della Louisiana, che hanno infestato i corsi d’acqua di tutta Europa con una malattia alla quale, però, risultano immuni. A proposito di questo, è intervenuto il Consigliere Regionale lecchese di Fratelli d’Italia, Giacomo Zamperini, componente della Commissione VI che si occupa di Ambiente e salvaguardia della Biodiversità.

“Sono in costante contatto con gli interlocutori istituzionali, dal Sindaco di Colle Brianza agli uffici regionali e provinciali competenti, per monitorare una situazione che sta generando forte preoccupazione tra i cittadini. È stato doveroso da parte del Sindaco attuare le opportune valutazioni, utilizzando tutto il tempo necessario per verificare il da farsi e intervenire nel migliore dei modi, anche con il supporto di Arpa. Entro breve tempo posso garantire che saranno messe in atto tutte le iniziative volte a risolvere il problema e tutelare i gamberi sani a monte del torrente Bevera, ancora non intaccati dalla problematica. Stiamo lavorando con gli uffici competenti anche per individuare una strategia che non risulti temporanea ma risolutiva, e che consenta la definitiva tutela della nostra biodiversità a salvaguardia della fauna autoctona. Questo risultato può essere ottenuto anche instaurando una collaborazione proficua tra le associazioni per la tutela ambientale, come il WWF e Legambiente, e quelle venatorie e piscatorie: non ci deve essere una contrapposizione tra loro ma un lavoro sinergico, che porti ad uno sforzo comune per intervenire nel migliore dei modi. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di individuare un microrganismo patogeno, un antagonista della specie nociva, in modo tale da ridurne e contenere la radicazione.”

Un ulteriore problema è dato dall’eccessiva presenza del cormorano, un predatore vorace che tormenta pesci e pescatori. L’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale) ha autorizzato l’abbattimento di 346 esemplari, nonostante siano stati censiti 9.439 a livello regionale.

“Con forte probabilità, il numero effettivo è sottostimato dato il loro continuo proliferare. Solo nella Provincia di Lecco ve ne sono migliaia, quindi il piano di controllo e contenimento autorizzato deve essere rinegoziato con l’Ispra”, ha concluso Zamperini. “La minaccia rappresentata dalle specie non autoctone e nocive nel nostro lago, come anche la piaga del pesce siluro, interessa tutte le istituzioni, quindi la tutela delle specie autoctone e tipiche del Lago di Como deve essere una priorità nelle agende politiche a ogni livello istituzionale.”

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