Scenari bellici

Questo è il triste racconto che arriva dalla volontaria bresciana Giuditta Brattini, volontaria dell’associazione Gazzella Onlus che si trova a Gaza.

La situazione negli ospedali è drammatica. Non ci sono più scorte di farmaci e mancano i materiali sanitari monouso. I malati cronici e i pazienti sono praticamente senza cure mediche. Le condizioni igieniche sono precarie e l’acqua è razionata.

Le Nazioni Unite stimano che circa il 60% della popolazione di Gaza sia stata costretta ad abbandonare le proprie case e vivere in situazioni di estremo disagio. Le persone si sono rifugiate nelle scuole, negli ospedali e presso centri religiosi. Tuttavia, anche questi luoghi non sono sicuri, come dimostrano i continui bombardamenti.

Il Ministero della Salute ha registrato oltre 4.000 morti, di cui più di 1.700 sono bambini. I feriti sono oltre 13.000. La maggior parte delle vittime sono donne, anziani e bambini.

Israele sta cercando di strangolare la popolazione a nord di Gaza, probabilmente in preparazione di un attacco via terra. L’UNRWA ha ordinato alle famiglie evacuate di abbandonare i rifugi nel nord della striscia di Gaza e spostarsi nella zona centrale e a sud.

I giornalisti non sono stati autorizzati ad entrare a Gaza per documentare la catastrofe umanitaria che si sta consumando. La volontaria si sente vicina al popolo palestinese e crede che, nonostante le aggressioni, esso resisterà nella sua terra.

La situazione continua ad essere critica, con continui bombardamenti e una popolazione che vive in condizioni di estremo disagio. È necessario che la comunità internazionale intervenga per porre fine a questa violenza e garantire la sicurezza e il benessere del popolo palestinese.

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