A Como, a due settimane dall’arrivo di tredici minori non accompagnati lasciati in attesa dell’intervento del Comune per la prima accoglienza, la situazione si ripete. Ancora una volta, però, è il solito Don Giusto, parroco di Rebbio, e il campo di accoglienza per adulti di Lipomo gestito dalla Croce Rossa Italiana a dover intervenire. “Se non fosse così triste sembrerebbe una barzelletta perché il copione è identico a quello dell’altra volta”, racconta Chiara Bedetti di Refugees Welcome. Un ragazzino egiziano è stato trovato seduto sui gradini della Questura in attesa di essere fotosegnalato e indirizzato a un centro di prima accoglienza, così Don Giusto ha deciso di accoglierlo per la notte e per l’intera giornata festiva. Quando sono tornati in Questura per capire se fosse stata trovata una soluzione, hanno trovato altri due ragazzini, uno egiziano e uno del Benin. Ancora una volta, il Comune non ha offerto alcuna soluzione e la Croce Rossa è intervenuta per portarli al campo di Lipomo. “Quello che vediamo in questi giorni è un sistema folle perché lascia dei minori fragili in balia di se stessi”, afferma Bedetti. Serve un hub adeguato per i minori e chi di dovere deve prendersi le proprie responsabilità. Inoltre, mercoledì 8 novembre si terrà un tavolo di discussione a Palazzo Carducci per parlare di minori non accompagnati e confrontarsi sulla situazione critica.

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