Il caso del duplice infanticidio avvenuto a Pedrengo, Bergamo, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Monia Bortolotti, l’ultima orfana adottata in Italia da Madre Teresa di Calcutta, è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario dei suoi due figlioletti, Alice e Mattia, di 4 e 2 mesi.

Prima del suo arresto, Monia si era difesa su Facebook, accusando la madre adottiva e il compagno di tradimento e mancanza di amore. Aveva condiviso la sua storia nel gruppo Sids Awareness, in cui parlava della morte della sua prima figlia, soffocata da un rigurgito, e del secondo figlio, che probabilmente è morto schiacciato da lei mentre dormiva. Monia si dava la colpa di queste tragedie, ma le descriveva come incidenti e si auto-assolveva.

Nel suo post su Facebook, Monia faceva riferimento ai difficili rapporti con la madre che l’ha cresciuta, Laura Brena, mentre sembra essere molto legata al padre Pietro. Entrambi i genitori, di 63 anni, sono separati, ma nessuno ha risposto alla porta del padre.

Monia è nata in India nel 1996 e è stata adottata in Italia poco prima della morte di Madre Teresa. Ha vissuto a Pedrengo con il suo compagno Cristian Zorzi, 52 anni, con cui ha avuto i due figli. I rapporti con lui si sarebbero interrotti dopo la consulenza del medico legale.

Le accuse contro Monia sono agghiaccianti, soprattutto alla luce dei suoi post su Facebook in cui descriveva i suoi figli come gioielli e si difendeva dalle accuse della procura.

Questo caso ha scosso profondamente la comunità di Pedrengo e ha sollevato importanti questioni sulla responsabilità genitoriale e sul supporto alle famiglie. È importante riflettere su come si possano prevenire tragedie come queste e offrire sostegno alle famiglie in difficoltà.

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