La storia di Daniele, il volontario che pulisce la città

Sono sempre stato convinto che passeggiare e guardare ciò che mi circonda sia la prima vera fonte d’ispirazione per la scrittura dei miei articoli. Così, in uno dei giorni che mi sono preso “per me”, dopo una lunga passeggiata sulle sponde del lago Maggiore, stavo tornando a casa un pochino deluso: consideravo la mia escursione come “una giornata pressoché inconcludente”; niente e nessuno aveva stuzzicato la mia curiosità e dato sfogo alla mia penna.

Ma proprio mentre con la mia automobile percorrevo ormai gli ultimi metri che mi separavano da casa, qualcosa ha catturato la mia attenzione: un uomo vestito in maniera molto alternativa stava spingendo un carrello contenente dei bidoni per i rifiuti e altro materiale di scarto, accanto a lui c’era una donna con una bicicletta; insieme avevano parcheggiato i loro “mezzi” nelle aree adibite ed erano entrati in un supermercato di Luino.

Quindi ho deciso di trovare un parcheggio anche io e, uscito dalla macchina, mi sono armato di pazienza e ho atteso che i miei due “bersagli” finissero i loro acquisti. Appena sono arrivati a recuperare i loro beni, mi sono avvicinato per primo all’uomo che si è dimostrato subito allegro e disponibile a raccontare la sua storia.

Daniele è un uomo di cinquant’anni che abita a Montegrino, e Gabriela da pochi mesi è la sua compagna, si sono conosciuti in spiaggia. Entrambi condividono la stessa passione, ovvero quella di tenere pulita la città sia la parte urbana che i luoghi più naturali, anche se il pioniere di questa avventura è Daniele.

La passione dell’ uomo è nata in una sera del 2006 a Cittiglio quando, dopo aver perso il lavoro, ha deciso di andare in un bosco a prendere della legna per scaldarsi, ma è rimasto di stucco nel vedere la quantità enorme di rifiuti “abbandonati a sé stessi”, tra i quali soprattutto pannolini a mutandine.

Così, Daniele si è reso conto del grave problema con l’immondizia: “Quando ho visto tutti quei rifiuti nel bosco e quella montagna di pannolini sporchi mi sono reso conto che qualcosa non andava. Credo che sia un problema di inciviltà e disinformazione, perché la nostra regione è ben strutturata per la raccolta e la divisione dei rifiuti di ogni genere”.

Da qui ha iniziato la sua avventura: il volontario ha deciso di dedicarsi appunto all’attività di raccolta rifiuti e rovistando tra le varie aree da ripulire ha trovato questo carrello in una zona boschiva di Creva e ha deciso così di ridargli vita per assecondare quello che lui più che sogno chiama istinto.

“Non riesco ad uscire di casa e vedere la mia città in queste condizioni è una cosa più forte di me – prosegue ancora Daniele -, ho questo impeto di doverla pulire. Molte persone mi ringraziano per quello che faccio, ma in realtà è un’attività che metto in atto prima di tutto per me stesso, per dare un senso alla mia vita e sentirmi utile nell’arginare la diffusione di questo fenomeno, anche se purtroppo a mio avviso non basta pulire, bisogna cambiare mentalità”.

“Viviamo in un momento storico dove si predilige l’obsolescenza programmata – conclude Daniele -, le persone hanno un sacco di oggettistica effimera all’interno delle loro case e questo crea un surplus di prodotti che poi non riusciamo più a smaltire. Bisognerebbe tornare ad un sistema basato sui diritti umani e non un mondo materialista basato solo sul profitto, questo ci farebbe vivere più serenamente e ci permetterebbe di avere un mondo più pulito. Spero che un giorno le persone capiscano che andando avanti così arriveremo a un punto di non ritorno e, anche se lo faccio per me stesso, sogno un mondo più pulito”.

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