La chiesa e la protesta del Fronte Animalista

Nel tardo pomeriggio di sabato, il gruppo “Fronte Animalista” ha organizzato un blitz sulle scalinate della chiesa parrocchiale Sant’Alessandro di Barzio. I manifestanti si sono riuniti per protestare contro la decisione della chiesa di festeggiare Sant’Uberto, considerato il patrono dei cacciatori.

Il responsabile del gruppo, Roberto Serafin, ha dichiarato che la caccia e la pesca sono atti violenti che non possono conciliarsi con la pietas cristiana. Secondo il Fronte Animalista, uccidere animali indifesi e incolpevoli per poi pregare in chiesa è ipocrita. Inoltre, hanno evidenziato come molti cacciatori trattino i cani in modo crudele, relegandoli nei serragli o lasciandoli morire di stenti.

Il Fronte Animalista ritiene che la caccia non abbia più ragione di esistere nel 2023 e chiede alla chiesa di non appoggiare la lobby dei cacciatori. Durante la manifestazione, i manifestanti hanno esposto cartelli con slogan contro l’attività venatoria.

Nonostante la protesta, il parroco di Barzio, don Lucio Galbiati, ha confermato la pacificità dell’evento. Ha osservato che gli animalisti hanno parlato con alcuni cacciatori in modo tranquillo e ha difeso la tradizione di benedire i cacciatori in occasione di Sant’Uberto, così come si benedicono gli animali per Sant’Antonio Abate.

La questione sollevata dal Fronte Animalista evidenzia un dibattito sempre più presente nella società riguardo all’etica della caccia e alla sua compatibilità con i principi cristiani. Mentre alcuni sostengono la tradizione e il diritto di praticare la caccia, altri criticano la violenza e la crudeltà coinvolte in questa pratica. Sarà interessante vedere come questa discussione si svilupperà in futuro.

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