Il Tribunale di Busto Arsizio ha fatto la storia in Italia, diventando il primo a implementare le norme della “giustizia riparativa”. Questo metodo, che mira a risolvere i conflitti in modo pacifico e riparare il danno causato, è stato applicato in un caso di grave violenza sessuale su minore e maltrattamenti.

Il protagonista di questa vicenda è un uomo di 30 anni di nazionalità marocchina, che è stato arrestato la scorsa settimana per detenzione ai fini di spaccio. I carabinieri di Saronno lo hanno trovato a Caronno Pertusella in possesso di 20 grammi di cocaina e 8mila euro in contanti. Oggi, martedì 7 novembre, è stato condannato in primo grado a sei anni di carcere dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio, Stefano Colombo.

Le accuse contro di lui sono estremamente gravi: violenza sessuale su minore e maltrattamenti. I fatti contestati risalgono al periodo tra gennaio e maggio del 2018. Secondo l’inchiesta condotta dagli inquirenti, l’uomo avrebbe picchiato la sua ex compagna, che era nove anni più grande di lui, e avrebbe abusato della figlia della donna, all’epoca di 12 anni, palpeggiandola nelle parti intime. La ragazza, sentita con la formula dell’incidente probatorio, è stata considerata credibile nella sua testimonianza.

Nonostante le pesanti accuse, l’imputato ha sempre negato ogni addebito. Tuttavia, oggi in aula ha ammesso di aver colpito la sua ex compagna con schiaffi e un calcio in almeno due occasioni. La sentenza è stata emessa dopo una breve camera di consiglio.

Questa vicenda mette in luce l’importanza della giustizia riparativa, che mira a trovare una soluzione pacifica ai conflitti e a riparare il danno causato. Il Tribunale di Busto Arsizio ha dimostrato di essere all’avanguardia nell’applicazione di questa metodologia, aprendo la strada a un nuovo approccio nella gestione dei casi di violenza e abusi. Speriamo che altri tribunali in Italia seguano il loro esempio e adottino le norme della giustizia riparativa per garantire una giustizia più equa e umana.

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