La tragedia che ha colpito Monia Bortolotti e la sua famiglia è davvero straziante. La giovane mamma di 27 anni si è aperta con un’amica, raccontando del suo dolore per la perdita della sua primogenita Alice, morta a soli quattro mesi. I messaggi che ha condiviso sono inediti e rivelano un tono di voce sempre uguale, senza flessioni o pause, senza lacrime. A tratti sembra anche distante. Questi vocali sono stati trasmessi anche in televisione, aggiungendo altri dettagli che ci aiutano a comprendere la personalità di Monia.

Si contesta a Monia il duplice omicidio volontario dei suoi due bambini, Alice di 4 mesi e Mattia di 2. Dopo l’interrogatorio di garanzia, il gip Federica Gaudino ha confermato la sua permanenza in carcere per il pericolo di reiterazione del reato.

Ma veniamo ai vocali. Monia parla di Alice e racconta: “Credo che ci sia una vita nell’aldilà. La immagino di fronte a una ruota panoramica piena di biberon, dato che la mia bimba era una mangiona. Quando è successo, il nostro gatto si è alzato di scatto e ha guardato verso la camera della bimba. Io, pensando che si fosse svegliata, sono andata a vedere, ma non ho controllato se respirava. Ho visto che non si era svegliata e sono tornata indietro. Sono convinta che in quel momento lui abbia sentito che Alice è volata in cielo”. Monia immagina Alice in Paradiso, tra le braccia di una cugina che “le possa fare da mamma”. Immagina che ci siano una bisnonna, una nonna, una zia, uno zio e tante altre persone che si contendono il suo affetto.

L’amica con cui si confida è una vecchia conoscenza. Monia le dice: “È vero, mi conosci fin da quando avevo quattro anni, mi hai vista in tutte le salse, dalla bambina impacciata che si tirava su le calzamaglie perché le stavano larghe. È stato un periodo difficile, forse il più difficile che avrei dovuto affrontare. Ci sono giorni in cui sono più euforica e sto meglio, con la stessa grinta con cui posso affrontare un momento difficile. Però, come dici tu, cerco di non cedere e di non perdermi di nuovo, perché sarebbe una mancanza di rispetto per la voglia di vivere che aveva la mia bimba e che ha ancora”. Monia accenna ad Alice, un angioletto, proprio come lo era Mattia.

Parlando di Alice, Monia aggiunge: “Perché lei ha ancora una vita che noi non possiamo vedere, che non possiamo raggiungere, ma è ancora viva, è ancora piena di quell’energia, di quella gioia che ha sempre avuto. Ti mando una foto del suo posticino, quello che noi a Pedrengo chiamiamo la sua casina nel campo dei bimbi, settimana baciata dal sole, l’unica illuminata dal sole. Mi ha scaldato il cuore”.

La storia di Monia e dei suoi bambini è davvero toccante e ci fa riflettere sulla fragilità della vita e sull’importanza di apprezzare ogni momento con i nostri cari.

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