Aumentano i casi di minori migranti non accompagnati a Legnano. Negli ultimi mesi, quattro ragazzi provenienti dalla Tunisia sono arrivati in città dopo aver attraversato il Mediterraneo su un barcone e aver percorso l’Italia. Tre di loro, trovati a dormire sulle panchine del Parco Castello, sono stati ospitati dal Comune in un bed&breakfast e hanno iniziato a frequentare lezioni di italiano presso l’Ial. Due di loro hanno il sogno di diventare chef, mentre il terzo vorrebbe lavorare come operaio in una fabbrica metalmeccanica. Tutti e tre hanno 16 anni e, al loro arrivo a Legnano, non avevano nemmeno le scarpe ai piedi. Dopo essere sbarcati a Lampedusa, erano stati temporaneamente destinati a un centro di accoglienza, da cui sono scappati a causa di problemi con altri rifugiati. Una situazione simile è quella di un ragazzo di 16 anni, sempre proveniente dalla Tunisia, che è stato trovato a vagare per il centro di Legnano alle 2 del mattino di domenica 29 ottobre. Anche lui era sbarcato a Lampedusa il 30 settembre scorso e, come gli altri, non ha nessuno e aveva abbandonato la struttura a lui destinata. Attualmente si trova in un albergo.

Attualmente, il Comune di Legnano si occupa di 17 minori migranti non accompagnati, ma i numeri sono in costante variazione: a volte ne arrivano di nuovi, a volte qualcuno se ne va. Ciò che è certo è che questi numeri stanno crescendo in modo preoccupante. Alla fine dello scorso anno, i minori migranti in carico al Comune erano solo sei, mentre quest’anno ne sono arrivati altri 11. Quattro di questi sono arrivati solo nell’ultima settimana. Già lo scorso dicembre, il prefetto di Milano Renato Saccone aveva parlato di un fenomeno in preoccupante crescita, che richiedeva risposte urgenti. Con l’inizio della bella stagione, il numero degli sbarchi si è moltiplicato, confermando le previsioni di Saccone. Tra i migranti sbarcati a Lampedusa, ci sono sempre più ragazzi che intraprendono il viaggio da soli, mettendo a rischio la propria vita, a volte contro il parere dei genitori, nella speranza di un futuro migliore al di là del mare.

Uno dei ragazzi ospitati dal Comune di Legnano ha raccontato agli agenti che lo hanno soccorso che sua nonna non voleva che partisse e gli aveva chiesto di restare. Ma restare per fare cosa? Oggi lui e i suoi due amici frequentano le lezioni di italiano presso l’Ial. I poliziotti hanno provveduto a fornire loro scarpe e occhiali per poter leggere, e hanno anche comprato loro matite e quaderni. Il ragazzo trovato domenica mattina, invece, ancora non sa cosa vuole fare. Per ora, si accontenta di un tetto e di un pasto caldo, poi si vedrà.

Per offrire un futuro a questi ragazzi, è necessaria la generosità di tutti. Carabinieri, poliziotti e agenti della polizia locale svolgono il loro lavoro, aiutando chi è in difficoltà e garantendo il rispetto delle norme, verificando anche che questi ragazzi non abbiano ancora compiuto 18 anni. I Servizi sociali del Comune si prendono cura di questi giovani, cercando di trovar loro un posto nelle comunità per minori e attivando, quando possibile, una rete di solidarietà per seguirli nel modo più adeguato. Tuttavia, ci sono emergenze come quelle registrate nelle ultime settimane, che il Comune affronta temporaneamente ospitando i minori in albergo. Questa soluzione, però, ha molti limiti, tra cui il costo economico. Ma i soldi sono l’ultima delle preoccupazioni di fronte a questo fenomeno.

In conclusione, è importante che la comunità si unisca per offrire un futuro migliore a questi ragazzi, che hanno vissuto esperienze difficili e cercano una nuova vita in Italia. Sono storie di speranza e di coraggio che richiedono un impegno collettivo per garantire loro un futuro dignitoso e pieno di opportunità.

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