Un’operazione di furto di mezzi utilizzati nei cantieri edili è stata portata a termine da un gruppo di persone che sono state recentemente processate a Cremona. I mezzi rubati, dal valore di 200.000 euro, sono stati successivamente truccati e contraffatti per renderli irriconoscibili e poi rivenduti. L’operazione è stata condotta dai carabinieri nel febbraio dell’anno scorso e ha portato a tre arresti e sei denunce a piede libero. Le accuse sono di furto di mezzi d’opera, riciclaggio e autoriciclaggio, in quanto sono stati predisposti documenti falsi e sono state alterate le targhe e i numeri di telaio per poter rivendere i mezzi. Durante l’udienza preliminare, il pm ha richiesto pene di cinque anni e sette mesi e due anni e sei mesi per due degli imputati, mentre la posizione del terzo sarà discussa in un’udienza successiva. Un altro imputato ha patteggiato e per gli altri cinque è stata richiesta la prosecuzione del processo. Il giudice si pronuncerà il prossimo 7 febbraio. Durante il processo, uno degli avvocati ha sostenuto che il suo assistito era un mediatore che non aveva alcuna consapevolezza dell’origine illecita dei mezzi. L’indagine è stata complessa e ha coinvolto 20.000 atti di indagine. I tre arrestati erano residenti in diverse province italiane e l’indagine è partita da una denuncia presentata da un imprenditore cremonese che aveva subito il furto di un escavatore. Dalle telecamere di sorveglianza è stato possibile identificare i ladri e i loro veicoli. Gli escavatori rubati sono stati modificati e venduti in diverse città italiane e all’estero. Durante le perquisizioni sono stati trovati altri mezzi rubati e attrezzature per alterare i mezzi. Le indagini hanno anche permesso di risalire ai pagamenti effettuati dagli acquirenti ignari.