Elisa Roveda, accusata di omicidio volontario aggravato ai danni del figlio di 11 mesi, Luca, è stata interrogata dal pubblico ministero Paolo Mazza il 14 luglio 2023. Tuttavia, la donna sostiene di non ricordare nulla di quel tragico giorno, un buco nero nella sua mente che ha cancellato ogni traccia di quella terribile mattina.
Durante l’interrogatorio, è emersa una storia di difficoltà e una profonda crisi depressiva che ha spinto Elisa a lasciare il lavoro nel mese di maggio. Nonostante ciò, quando il magistrato ha cercato di approfondire cosa fosse accaduto quella mattina, la donna è rimasta in silenzio.
Attualmente, Elisa si trova agli arresti domiciliari in una casa di cura in Oltrepo, dove sta affrontando le sue terapie con l’aiuto di esperti. Sarà necessaria un’altra perizia psichiatrica per comprendere meglio l’accaduto.
Il sostituto procuratore Paolo Mazza ha incaricato un esperto di valutare la capacità di intendere e volere di Elisa al momento del fatto, nonché la sua capacità di stare in giudizio e comprendere le accuse. L’accusa nei confronti della donna è di omicidio volontario aggravato.
La profonda depressione di Elisa era evidente anche ai familiari e ai medici che l’avevano in cura. Nell’appartamento sono state trovate confezioni di medicinali e psicofarmaci, testimonianza degli sforzi della donna nel gestire il suo malessere.
Gli investigatori hanno rinvenuto scritti che, sebbene non facessero riferimento al bambino, parlavano delle difficoltà che Elisa stava affrontando nella sua vita. La tragedia si è consumata rapidamente tra le 7 e le 8 di quella mattina di luglio, mentre il marito era al lavoro. Il bambino è morto per asfissia.
A causa dei suoi problemi, Elisa non veniva mai lasciata da sola con il bambino. Quella mattina, avrebbe dovuto arrivare la madre di Elisa per aiutarla con il piccolo Luca. L’inchiesta è ancora aperta e la valutazione psichiatrica richiederà almeno tre mesi per far luce su questa tragedia che ha spezzato il cuore di una famiglia.