Prescrizione nel processo per abusi edilizi al condominio Petra di Lavena Ponte Tresa

Il condominio Petra di Lavena Ponte Tresa è al centro di un’indagine della guardia di finanza che risale al 2017. Tredici persone, tra committenti, tecnici edili, tecnici comunali e gli ex e attuali sindaci, sono state rinviati a giudizio. Alcuni dei presunti reati risalgono a un periodo compreso tra il 2010 e il 2017.

Oggi, giovedì 9 novembre, i giudici del tribunale di Varese hanno deciso di non procedere su alcune accuse, tra cui contravvenzioni relative al Testo unico dell’edilizia e al Codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché minacce verso i condomini della palazzina costruita in una zona sottoposta a tutela paesaggistica. Le minacce erano legate alla conversione dei locali seminterrati in spazi abitativi.

Secondo la Procura, queste operazioni sono state svolte commettendo abusi edilizi e senza i necessari permessi, causando disagi ai residenti come carenza di luce e aria, infiltrazioni e consumi energetici eccessivi. Questi temi sono già stati affrontati nelle udienze precedenti dai condomini coinvolti.

A parlare saranno gli imputati, tra cui il sindaco Mastromarino che ha annunciato di voler spiegare la sua posizione, che per l’accusa corrisponde ad un abuso d’ufficio. Donata Mina, testimone in aula, ha parlato degli illeciti come amministratrice del Comune di Lavena Ponte Tresa e ha ricordato che il suo gruppo consiliare aveva segnalato le anomalie del condominio Petra.

Dopo la prescrizione, anche la posizione dell’ex sindaco Pietro Roncoroni potrebbe venir meno, poiché l’accusa di omissione di atti d’ufficio riguarda un periodo in cui non era più in carica.

La vicenda del condominio Petra ha suscitato molte discussioni e liti tra i condomini e ora si attende il proseguimento del processo per fare luce su queste presunte violazioni edilizie e urbanistiche.

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