L’ombra della fabbrica “Reggiani Print” aleggia sul paese di Brezzo di Bedero, con i lavoratori che combattono una battaglia per i loro diritti e la loro dignità. Dopo diversi fallimenti aziendali negli ultimi anni, gli operai si trovano nella situazione di non aver ricevuto e di non ricevere quanto gli spetta.

Per questa ragione si sono rivolti alla nostra redazione, anche attraverso i sindacati di categoria, per esprimere la loro indignazione e la loro rabbia. Non solo gli operai ancora impiegati, ma anche i lavoratori che in questi mesi sono andati in pensione e che aspettano di ricevere mensilità arretrate e TFR.

Nel corso degli anni, dal 2015 in avanti, si parla di due fallimenti, da Reggiani a Reggiani Arti Grafiche, che hanno generato poco meno di undici mensilità arretrate. Solo quattro di questi mesi sono stati pagati al 40% nei confronti dei dipendenti. L’azienda si occupa di stampa commerciale ed editoriale per prodotti realizzati con impianti offset, roto-offset e digitali.

I dipendenti commentano: “Noi dipendenti siamo quelli che ci hanno sempre rimesso in tutti questi anni, perché dei soldi congelati nel 2014 non si sa assolutamente nulla. Parecchi di noi, pur di salvare il posto di lavoro, sono ancora in forza lavoro nell’azienda, nonostante tutte le problematiche di questi undici anni. Cerchiamo di non far mai saltare una commessa, lavorando anche di sabato, domenica e magari anche in qualche giornata di festa”.

“Se qualcuno dei dipendenti aveva qualche piccolo risparmio messo da parte, nel corso degli anni, lo ha speso in gran parte per poter sopperire alle varie gestioni dell’azienda, in questi undici anni di angoscia assoluta”, continuano ancora esasperati i dipendenti.

Oltre alle tante questioni burocratiche e alle numerose promesse non mantenute in questi anni, l’erogazione dei fondi pretesi dai dipendenti non è ancora stata espletata. “La speranza continua ad essere quella di ottenere qualche risultato. Ci siamo stancati di lavorare e continuare a rimetterci soldi, visto che avanziamo parecchi arretrati e non sappiamo neanche quando riusciremo ad averli”.

Accertato il fatto che la situazione non stia dando frutti, i sindacati hanno cercato di agire legalmente per ottenere i salari che sono loro dovuti. Tuttavia, questo processo si è rivelato lungo e frustrante, con l’azienda che sembrava sfuggente per una serie di mancanze burocratiche e finanziarie.

“I miei assistiti hanno sempre lavorato”, commenta Luciano Pellizzaro al vertice della Slc Cgil di Varese, “ad ogni fallimento hanno perso quattro mensilità. Oltre alla parte garantita dalla Tesoreria dell’INPS, il nulla. Solo promesse. In questo momento, da aprile 2023, è stato avviata una procedura di concordato di continuità, che da una parte ha congelato retribuzioni e quant’altro e dall’altra permette di non perdere posti di lavoro”.

“La procedura, però, dovrebbe permettere i pagamenti in maniera regolare”, continua il sindacalista varesino, “ma complice un po’ il fatto che il settore di grafica e carta sia anche in crisi pesante e un po’ il fatto che gli affari dell’azienda siano stati spostati alla “Vela Web”, società proprietaria della “Reggiani Print” con sede a Milano, questo non sta avvenendo. Il personale dell’azienda di Brezzo ormai è ai minimi, non hanno più stampatori, contando che uno tra qualche mese andrà in pensione. Detto questo siamo qui a chiedere, con massima urgenza, l’intervento di chi di dovere per sbloccare la situazione e fare avere a tutti i lavoratori i soldi che gli spettano. Le proveremo tutte”.

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