Cesano Maderno (Monza Brianza), 23 novembre 2019 – Due insegnanti della scuola materna “Calastri” sono accusate non solo di maltrattamenti, ma anche di falsificazione di atti pubblici e peculato. La Procura di Monza ha concluso le indagini nei confronti di R.T., 54 anni, di Desio e F.C., 53 anni, di Cormano, le due donne raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di insegnante ed educatore per 9 mesi sulla base dell’ordinanza del gip del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta. A denunciarle ai carabinieri un anno fa è stata la dirigenza scolastica dell’istituto per l’infanzia di via San Bernardo, che aveva raccolto le preoccupazioni dei genitori di alcuni alunni che avevano iniziato a manifestare strani comportamenti aggressivi o si mostravano impauriti. Ora l’inchiesta è chiusa con la conferma dei presunti reati.

Entrambe le maestre sono accusate di concorso in maltrattamenti nei confronti degli alunni di una classe “composta da bambini in tenerissima età (nati nel 2013) a loro affidati dai rispettivi genitori per ragioni di custodia ed assistenza” e invece maltrattati “strattonandoli, trascinandoli a forza, talvolta colpendoli con sberle sulla testa, in un’occasione uno con un libro, minacciandoli e ingiuriandoli”. Tra le frasi riportate nella conclusione delle indagini “capre… non capite niente… dovresti solo piangere… stai seduto o sono guai” oppure “voi siete intelligenti… tranne loro due”.

Le due insegnanti avrebbero denigrato e umiliato alcuni bambini anche “strappando loro i fogli da disegno o gettando a terra l’astuccio per farli raccogliere” e “imponendo castighi spropositati rispetto alle cause o anche assolutamente immotivati”. Comportamenti che avrebbero creato un clima di “palese tensione emotiva, lesivo della dignità dei minori”. Fatti contestati da settembre 2018 fino a giugno scorso, quando le insegnanti erano state filmate dalle videocamere installate dai carabinieri. Ma non è tutto.

Secondo la pubblica accusa, le due insegnanti sono responsabili di falsificazione commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico perché, nello stilare i profili di uscita dalla scuola materna di tre bambini da inoltrare alla scuola primaria, avrebbero “attestato falsamente, come da loro ricevute, dichiarazioni a loro non rese” da parte dei genitori degli alunni su comportamenti negativi dei loro figli. Infine, R.T. e F.C. sono accusate di peculato perché “avendo la disponibilità di bottiglie di acqua, ceste di frutta e di pane, se ne appropriavano per uso personale con frequenza quotidiana”. Le due insegnanti sono già state sentite dal giudice prima della decisione di comminare nei loro confronti le misure interdittive alla professione, ma ora possono proporre azioni difensive prima che la Procura decida sulla richiesta di rinvio a giudizio.

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