L’ALLARME
Una telefonata alla moglie poi Mario Bozzoli è sparito nel nulla. I carabinieri non escludono nessuna ipotesi, compreso il sequestro.
L’ingresso della fonderia di proprietà dei fratelli Bozzoli, teatro di quello che appare come un vero giallo.
Una telefonata alla moglie, poi il silenzio. Che con il trascorrere delle ore e l’incedere a vuoto delle ricerche sta dando corpo e forma alle ipotesi più inquietanti, compresa quella del sequestro di persona o della disgrazia.
«Mi cambio e torno a casa», ha annunciato giovedì sera chiamando la coniuge, ma Mario Bozzoli non è mai arrivato nella sua abitazione di Marcheno. La scomparsa dell’industriale contitolare dell’azienda Bozzoli, sta assumendo i contorni di un «giallo». Gli inquirenti ritengono poco plausibile che il cinquantenne, padre di due figli, si sia allontanato volontariamente.
L’imprenditore è letteralmente sparito nel nulla. La sua auto è stata ritrovata nel parcheggio dell’azienda, le chiavi erano custodite nell’armadietto. Tre dipendenti lo hanno visto per l’ultima volta alle 19 di giovedì sera mentre si dirigeva verso gli spogliatoi della raffineria e fonderia in via Gitti. Dopo una notte di assenza è scattato l’allarme.
E da oltre 24 ore, carabinieri, Vigili del fuoco e Protezione civile sono impegnati in continue battute di ricerca nella zona. Ieri è stata fatta intervenire anche un’unità cinofila speciale che avrebbe fiutato una traccia nell’area di golena del Mella. Da qui ripartiranno stamattina le battute sospese nella tarda serata di ieri.
I carabinieri della Compagnia di Gardone Valtrompia che coordinano le indagini sotto l’egida del capitano Piermarco Borettaz hanno analizzato i filmati girati dalle telecamere di sicurezza dell’azienda ma dai fotogrammi non sarebbero emersi indizi utili. Attorno alle 19,15, Bozzoli ha telefonato alla moglie per dire che dopo essersi cambiato gli abiti da lavoro sarebbe tornato a casa. Poi, stando a una prima ricostruzione è uscito dal capannone ma in quello confinante allo stabilimento che ospita le docce e gli spogliatoi non è mai arrivato.
Né all’interno dell’azienda, né nelle vicinanze sono state trovate tracce di auto Per tutta la giornata di ieri sono state passate al setaccio fino alle grate di Gardone Valtrompia le sponde del fiume Mella. I carabinieri non tralasciano nessuna pista, anche quella del sequestro.
Secondo gli accertamenti eseguiti dai tecnici dei carabinieri, l’ultima cellula captata dallo smartphone dell’imprenditore è vicina all’azienda. Poi è come se il telefonino fosse stato distrutto o la sim card rimossa. L’azienda è finanziariamente solida al punto che ha avviato il progetto della costruzione di un nuovo stabilimento a Bedizzole, così come non risultano ombre sulla vita personale dell’imprenditore.
I volontari della Protezione civile, dopo la prima perlustrazione effettuata giovedì notte insieme ai familiari di Mario Bozzoli sono tornati a ripassare palmo a palmo i 13 mila metri quadri dello stabilimento e tutti gli spazi esterni. Tutto inutile. Stamattina la macchina delle ricerche si rimette in moto mentre sale l’apprensione.