Il processo per la strage di piazza della Loggia avvenuta il 28 maggio 1974 avrà inizio il 29 febbraio 2024, esattamente 50 anni dopo quel tragico evento. Il Gup del tribunale di Brescia ha disposto il rinvio a giudizio per Roberto Zorzi, uno degli esecutori materiali dell’attentato. Oggi settantenne, Zorzi ha la cittadinanza americana e vive negli Stati Uniti, dove gestisce un allevamento di cani chiamato “Il littorio”. Militante dell’estrema destra negli anni ’70, sarà processato per la strage che ha causato otto morti e oltre cento feriti durante una manifestazione sindacale antifascista.

La prima udienza è stata fissata a soli tre mesi dal cinquantesimo anniversario dell’attentato. Durante l’udienza preliminare, Zorzi non era presente in aula, ma era rappresentato dai suoi avvocati. Secondo la procura di Brescia, lui e Marco Toffaloni, all’epoca sedicenne e che comparirà in udienza preliminare davanti al tribunale dei minori, avrebbero piazzato l’ordigno in piazza della Loggia, causando la strage di persone che partecipavano pacificamente alla manifestazione.

Fino ad ora, per l’attentato di piazza della Loggia, sono state emesse solo due condanne definitive: l’ergastolo per Carlo Maria Maggi, capo di Ordine Nuovo del Triveneto, che nel frattempo è deceduto, e per l’informatore del Sid Roberto Tramonte. Questo processo rappresenta quindi un passo importante nella ricerca della verità e della giustizia per le vittime e i loro familiari. L’attenzione sarà rivolta al ruolo di Zorzi e Toffaloni nella pianificazione e nell’esecuzione dell’attentato.

La strage di piazza della Loggia è un triste capitolo della storia italiana, legato al terrorismo di matrice neofascista degli anni ’70. È importante ricordare queste tragedie per non dimenticare le vittime e per garantire che simili eventi non accadano mai più. Il processo rappresenta un momento di riflessione sulla nostra storia e sulla necessità di combattere ogni forma di violenza e di odio.

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