Il processo per la strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974 avrà inizio il 29 febbraio 2024, esattamente 50 anni dopo uno degli episodi cruciali della “stagione delle stragi”. L’accusa sostiene di avere prove solide che dimostrano che l’imputato ha piazzato la bomba in piazza. La difesa, invece, sostiene che l’imputato è innocente.

Questo sarà il diciassettesimo processo legato alla strage, che ha causato la morte di otto persone e oltre un centinaio di feriti durante una manifestazione sindacale antifascista. Il gup Francesca Grassani ha disposto il rinvio a giudizio di uno dei presunti esecutori materiali dell’attentato. Il 29 febbraio prossimo, davanti alla Corte d’assise, comparirà per la prima udienza del dibattimento Roberto Zorzi, nato a Merano nel settembre 1953 ma cresciuto a Verona, negli ambienti di estrema destra.

Secondo gli inquirenti, Zorzi avrebbe deciso di agire e piazzare la bomba in piazza per vendicare la morte di Silvio Ferrari, un camerata morto in un attentato. La tensione si era esacerbata dopo quella morte e si parlava di vendetta. Zorzi era conosciuto come “Marcantonio” per la sua stazza imponente e nel 1974 militava in Anno Zero, una prosecuzione ideale di Ordine Nuovo.

Zorzi è attualmente cittadino americano e vive nello Stato di Washington, dove ha aperto un allevamento di cani dobermann chiamato Il Littorio. Secondo la difesa, Zorzi è innocente e lo proveranno durante il dibattimento. Sono fiduciosi di dimostrare che non ha nulla a che fare con l’esecuzione dell’attentato.

Il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli, titolare del fascicolo insieme alla pm Caty Bressanelli, si dice soddisfatto del rinvio a giudizio e sostiene di avere una serie di elementi solidi per dimostrare la colpevolezza di Zorzi.

Questo processo rappresenta un passo avanti nella ricerca della verità sulla strage di piazza Loggia, uno degli episodi più sconvolgenti della storia italiana. Speriamo che alla fine si possa fare giustizia per le vittime e per le loro famiglie.

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