I calcinacci caduti dal muro di cinta della ex Tintò a Fagnano Olona sulla strada in via Gorizia riportano sotto i riflettori lo stallo di un’area che a vent’anni dalla chiusura dell’azienda e dopo un lungo percorso – dal fallimento, al degrado, all’abbandono, fino alla bonifica e messa in sicurezza interna – è ancora in attesa della soluzione che dia una nuova destinazione adeguata al contesto urbanistico in cui è collocata.

Oggi ancora sotto tutela del Tribunale, il riscatto dell’ex polo produttivo sembrava avviato dopo l’ottenimento da parte dell’amministrazione Simonelli del finanziamento regionale di 500mila euro che nel 2018 permise di effettuare la bonifica dell’amianto delle coperture e del suolo, al quale da palazzo Lombardia furono aggiunti ulteriori fondi per la demolizione delle strutture pericolanti. Terminati questi interventi però il percorso si è fermato, lasciando l’area sì bonificata, ma ancora in abbandono. Come dimostra la caduta di pezzi di intonaco dalla recinzione durante le piogge dei giorni scorsi.

Sui tavoli del castello c’era e resta l’ipotesi di rilevare la proprietà privata attraverso il dialogo non solo con il Tribunale ma anche con la Regione, cui spetta l’eventuale approvazione di un progetto di acquisizione pubblica, date le risorse immesse nella bonifica. Con quale finalità? In primis la riqualificazione dell’area stessa, oggi spazio fatiscente tra le abitazioni. Ma soprattutto vi si potrebbe ricavare, in una parte dell’ampia superficie, quel parcheggio di servizio alle antistanti scuole Rodari che andrebbe a risolvere la congestione delle vie attorno al plesso che resta un problema per la viabilità, nonostante i tentativi fatti negli anni, dalle modifiche agli orari alla distribuzione degli accessi. Una prospettiva – non la sola, per un’area che non ha più motivo di essere mantenuta produttiva – che potrebbe essere affrontata nella revisione del Pgt da poco avviata.

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