Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, è stato assolto dalle accuse di diffamazione mosse da dieci esponenti della comunità nomade Sinti. La Sezione Terza Civile del Tribunale di Busto Arsizio si è pronunciata a favore del sindaco, affermando che non ha diffamato i Sinti. Questa è solo l’ultima vittoria giudiziaria di Cassani contro di loro.
La causa è iniziata quando i Sinti hanno chiesto un risarcimento danni di 250.000 euro per le dichiarazioni rese da Cassani in articoli di giornale su Malpensa24 e in lettere inviate a destinatari istituzionali. Secondo la comunità nomade, il sindaco li avrebbe accusati di allacciarsi abusivamente alla rete idrica e di minacciare i pubblici ufficiali. Tuttavia, il sindaco ha respinto integralmente le accuse, sostenendo che non c’erano i presupposti per il reato di diffamazione e che invece aveva il diritto di esercitare la cronaca e la critica. Inoltre, ha contestato la mancanza di prove del danno subito da parte dei Sinti.
Nella sentenza del giudice Angelo Farina, si afferma che le affermazioni pubbliche fatte dal sindaco non costituiscono un pregiudizio conseguente al fatto illecito, ma sono parte integrante dello stesso illecito. Inoltre, il danno subito dai Sinti deve essere provato in modo presuntivo e deve essere basato su prove idonee. Gli attori, tuttavia, non hanno dimostrato né affermato in che modo abbiano sofferto e quali conseguenze abbiano avuto sulla loro vita. Per questi motivi, il tribunale ha rigettato la richiesta di risarcimento danni e ha condannato i Sinti al pagamento delle spese legali per 9.000 euro.
Questa sentenza rappresenta un’altra vittoria per il sindaco Cassani nella sua battaglia contro la comunità nomade Sinti. Resta ora aperto solo il fronte dell’assalto al municipio avvenuto il 31 dicembre 2018, ma in quel caso è il Comune e non il sindaco ad essere parte civile.