Proteste negli istituti “Archimede” di Treviglio e “Federici” di Trescore. Il consigliere dell’ente territoriale, Valois: “Abbiamo solo un quinto delle risorse necessarie, è una goccia nel mare”.

Alle 8 del mattino, una trentina di studenti dell’istituto Archimede di Treviglio si sono radunati fuori dai cancelli: non hanno cartelli o striscioni, ma la loro presenza è una protesta. Protestano contro il freddo nelle aule, che si protrae da giorni e ha fatto montare la rabbia dei ragazzi, portandoli a uno sciopero spontaneo. Ieri al picchetto erano in pochi, ma l’iniziativa ha comunque avuto una forte adesione: il 50% degli studenti è rimasto a casa.

Il problema del riscaldamento all’Archimede sembrava risolto l’anno scorso, quando la Provincia, proprietaria della sede dell’istituto trevigliese e delle altre 47 scuole superiori pubbliche in Bergamasca, aveva sostituito d’urgenza le caldaie, spendendo 80 mila euro. Un anno dopo, però, il problema si è ripresentato. “Si è rotto un tubo – fanno sapere da via Tasso – e si è creata una grossa perdita con un calo di pressione nei caloriferi”. Il risultato è che una parte delle aule rimane al freddo. Per cercare di tenere calda tutta la scuola, la caldaia è stata tenuta accesa senza sosta, ma anche così non si è riusciti a compensare la situazione. La perdita di ieri mattina è stata individuata in un tubo interrato e si aspettava l’intervento di una ditta specializzata.

Lo sciopero, però, ha aperto un caso nella scuola. “Ne siamo venuti a conoscenza per caso – spiega la dirigente scolastica Maria Chiara Pardi – I rappresentanti d’istituto non ne sapevano nulla e non si è capito chi l’ha organizzato. Si tratta comunque di un’iniziativa immotivata perché non eravamo nella situazione dell’anno scorso. Abbiamo controllato tutte le aule con un termometro certificato e la temperatura non è mai stata inferiore ai 18 gradi”. La dirigente dell’Archimede ricorda come gli interventi della Provincia sulla scuola non siano stati limitati. “L’anno scorso è stato fatto il riscaldamento in un laboratorio e l’anno prima il cappotto alle palestre che erano i punti più freddi. Certo, è innegabile che vorremmo tutti che la scuola fosse rimessa a nuovo con il rifacimento degli impianti, ma non è un problema locale. Dovremmo chiederci perché in una delle regioni più ricche d’Italia servizi come l’istruzione, il trasporto pubblico e la sanità fanno acqua da tutte le parti”.

Lo stesso problema dell’Archimede ha coinvolto anche il liceo Federici di Trescore Balneario. Anche qui il riscaldamento funziona a macchia di leopardo, con aule calde e aule gelide a causa della perdita di pressione causata da un tubo rotto (tuttavia, lunedì stesso è stato effettuato un ripristino in merito a questo guasto). Inoltre, il liceo di Trescore ha problemi alle condotte dell’acqua potabile al pianterreno e infiltrazioni. Anche qui gli studenti hanno protestato. “Capisco le proteste degli studenti di Treviglio e Trescore – risponde Umberto Valois, consigliere provinciale delegato all’Edilizia scolastica – e mi schiero dalla loro parte. La Provincia fa quello che può. A Trescore abbiamo effettuato un primo intervento da quasi 60 mila euro per la messa a norma antisismica, ma ne servirebbero molti di più”.

Il consigliere delegato ha fatto eseguire una stima approssimativa per tutte le 48 scuole superiori. “Per una messa a norma antisismica complessiva – rivela Valois – servirebbero circa 150 milioni di euro, mentre per un efficientamento energetico con il rifacimento degli impianti ne occorrerebbero altri 100. Sono somme di cui non disponiamo”. Nel frattempo, Via Tasso continuerà ad agire in modo improvvisato. “Nel triennio nel settore scolastico – spiega ancora il consigliere Valois – abbiamo un piano di investimenti da 50 milioni di euro, ma rimane una goccia nel mare. Partecipiamo a tutti i bandi e abbiamo stretto accordi per la gestione del calore così da anticipare gli investimenti, ma lavoriamo con un ufficio che ha solo la metà del personale e spesso rispondiamo in prima persona alle scuole e ai genitori. Cerchiamo di trovare fondi in tutte le voci di bilancio. Poi succede che quando riusciamo a sostituire le caldaie finisce che in murature costruite decenni fa un tubo arrugginito si rompe e gli studenti stanno al freddo anche 4 o 5 giorni. È chiaro che così la situazione non è sostenibile”.

Anche nel Consiglio provinciale di ieri sono stati stanziati 250 mila euro per le manutenzioni scolastiche con una variazione che ha visto tra l’altro lo stanziamento di 962 mila euro (che si aggiungono ai 2,7 milioni in bilancio) per una nuova palestra delle scuole superiori di Trescore. “Il problema di fondo – conclude Valois – è la strategicità della Provincia nel settore scolastico, un ruolo che i ragazzi sottolineano con le loro proteste, ma che è stato tolto a Via Tasso nel 2014 con la legge Delrio e che ora va ribadito contro tutta la politica populista che è contraria al ripristino delle Province”.

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