Potrebbe esserci un collegamento tra l’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio e un possibile racket di visti di Schengen. Questa ipotesi è emersa da un’inchiesta giornalistica condotta da Antonella Napoli, che ha successivamente portato il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe a presentare un esposto alla Procura della Repubblica.

Secondo la testimonianza raccolta dalla giornalista, Attanasio potrebbe aver scoperto all’interno dell’ambasciata italiana in Congo un sistema di rilascio di visti in cambio di pagamenti, che potrebbero arrivare fino a 5 o 6 mila dollari. Sembra che l’ambasciatore stesse cercando di ottenere ulteriori informazioni su questa pratica. Purtroppo, il 22 febbraio 2021, è stato vittima di un agguato mortale insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. A causa delle sue denunce, il deputato Di Giuseppe è stato messo sotto scorta.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare l’onorevole Di Giuseppe per saperne di più sull’esposto presentato alla Procura della Repubblica. L’onorevole ha spiegato che due articoli pubblicati su l’Espresso hanno attirato la sua attenzione. Questi articoli, scritti da Antonella Napoli e pubblicati tra settembre e ottobre, parlavano di situazioni che coinvolgevano personaggi legati alla rappresentanza italiana e facevano riferimento a un possibile racket di rilascio dei visti Schengen e a stranezze contabili. Inoltre, si parlava di ingerenze esterne nelle questioni dei passaporti. Insieme all’avvocato Antonino Galletti, ex presidente dell’ordine di Roma, l’onorevole Di Giuseppe ha ritenuto che fossero presenti elementi sufficienti per presentare un esposto e richiedere ulteriori indagini sull’ambasciatore Attanasio, che sembrava stesse cercando di combattere questo sistema.

Abbiamo poi chiesto all’onorevole Di Giuseppe se l’esposto ha avuto qualche effetto, se il governo ha intrapreso delle azioni o se sono state fatte delle indagini sull’omicidio dell’ambasciatore in Congo. L’onorevole ha spiegato che il governo Meloni ha sempre sostenuto la sua battaglia contro i visti irregolari e il traffico di esseri umani. Ha sottolineato che si tratta di un enorme giro d’affari e di uno sfruttamento vergognoso di migliaia di persone, che vengono ridotte in schiavitù una volta arrivate nel nostro paese. Riguardo alla questione congolese, il Ministero degli Affari Esteri ha condotto delle ispezioni e ha parlato di una situazione preoccupante. Sono stati richiamati due funzionari e il servizio di rilascio dei visti nazionali a Kinshasa è stato temporaneamente sospeso. Per quanto riguarda l’omicidio di Attanasio, ci sono ancora molti interrogativi e bisognerà vedere se le indagini porteranno alla luce un possibile collegamento tra la sua morte e il malaffare che stava cercando di combattere.

Infine, abbiamo chiesto all’onorevole Di Giuseppe delle minacce che ha ricevuto a seguito delle sue denunce sul giro di visti illegali. L’onorevole ha confermato di aver ricevuto minacce di morte, sia di persona che al telefono, ma a causa del segreto istruttorio non può fornire ulteriori dettagli. Ha sottolineato che la criminalità ha reagito immediatamente alla sua denuncia, il che dimostra che stava andando nella giusta direzione. I casi di Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan, che sono stati esaminati dal Ministero degli Affari Esteri in seguito alle sue indagini, hanno aperto una scatola di Pandora. L’onorevole Di Giuseppe ritiene che sia fondamentale indagare anche per rispetto verso i fedeli servitori dello Stato, molti dei quali sono morti in circostanze sospette.

In conclusione, sembra che dietro all’omicidio dell’ambasciatore Attanasio potrebbe esserci un racket di visti di Schengen. Le indagini sono ancora in corso e sarà importante fare luce su questa vicenda per garantire giustizia e combattere il traffico di esseri umani e le attività illegali legate al rilascio dei visti.

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