Ho incontrato di nuovo il mio amico V. dopo un po’ di tempo. Ci conosciamo da venticinque anni ed è una delle persone più brillanti che conosco. Era una serata pubblica, seduti a un tavolo rotondo. V. sorride e dice a tutti, indicandomi: “Lui è contro i ciclisti!”. Rispondo, restituendo il sorriso: “Contro i ciclisti? Ma quando mai! A Crema – una città piatta, una campagna pianeggiante – viviamo in bicicletta. Se dovessi rimanere qui a Milano per tutta la settimana, sceglierei la bici. Magari accendendo le luci la sera.”

Perché quest’accusa? Forse perché ho scritto sul Corriere Milano che i ciclisti devono rispettare i semafori e accendere le luci al buio, per il loro bene e per quello di tutti? In queste serate autunnali, la città sembra un videogioco, dove figure misteriose sfrecciano nell’oscurità. Questo non significa assolvere gli automobilisti, che spesso fanno cose terribili. Significa solo: cari ciclisti, fate attenzione, vi prego.

Era questo il motivo del sarcasmo affettuoso dell’amico V.? Non credo. Penso si riferisse a un’altra cosa che avevo scritto. I sessantenni che, per inseguire la giovinezza, rischiano le ossa e le coronarie su una bicicletta da corsa mi fanno tenerezza (e fanno arrabbiare le mogli, ma è un altro discorso). La giovinezza di cui sopra, infatti, è più veloce di qualsiasi Pinarello Dogma F Dura Ace Di2 12V Onix Bob (non la conosco, ma mi intrigavano il nome e il prezzo).

Perché l’amico, così intelligente, se l’è presa tanto a cuore? Perché i ciclisti vintage sono una tribù e le tribù non amano che qualcuno, dall’esterno, si intrometta (o scriva) nelle loro faccende. Altre tribù che, negli anni, ho involontariamente contrariato? I camperisti (nonostante abbia trascorso tante vacanze in camper), i golfisti (per non aver espresso sufficiente entusiasmo), i taxisti (di cui sono un fedele cliente), i cacciatori (anche se la caccia è stata a lungo una tradizione di famiglia). E potrei continuare.

Ogni giornalista lo sa: le tribù italiane sono sensibili. Qual è il problema? Che l’Italia è un arazzo e le tribù sono i fili (tanti, colorati, diversi, intrecciati e delicati). Se ne tiriamo uno, lo facciamo a nostro rischio e pericolo. Ma ogni tanto è necessario farlo. Quindi, V.: non esagerare con la bicicletta, ci sono anche i libri e i tramonti, salutari a tutte le età.

18 novembre 2023, 21:32 – modificato il 18 novembre 2023 | 21:33
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