Falso in atto pubblico, in tre assolti da un capo di imputazione Un anno (sospeso) all’ispettore Aiello. Il legale: «Andremo in Cassazione»

La condanna dell’ispettore della Polizia coinvolto nel processo di secondo grado riguardo a una serie di compravendite di auto taroccate è stata dimezzata ieri in Corte d’Appello a Milano. L’ispettore, all’epoca dei fatti in forza alla Squadra Volante di Sondrio, era stato condannato per due casi di falso in atto pubblico. Tuttavia, i giudici di secondo grado lo hanno assolto da uno dei due episodi, riducendo la sua condanna da due anni e tre mesi a un anno di reclusione, con la concessione della sospensione condizionale della pena.

Nel processo di appello erano presenti anche un carrozziere valtellinese di 60 anni e un impiegato del Comune di Spriana, entrambi assolti dallo stesso capo di imputazione. Anche le loro condanne sono state ridotte: il carrozziere aveva preso inizialmente due anni e tre mesi, ma la sua pena è stata ridotta a un anno e cinque mesi di reclusione, mentre l’impiegato del Comune ha visto la sua pena dimezzata da tre anni a un anno e mezzo di reclusione.

La vicenda giudiziaria è complessa: l’ispettore era stato accusato inizialmente di omessa denuncia di reato in relazione a 28 compravendite di auto irregolari che avrebbe omesso di denunciare nonostante ne fosse a conoscenza. Tuttavia, l’ispettore era stato assolto già in primo grado perché il fatto non sussiste. I giudici di Sondrio lo avevano invece condannato per altri due capi di imputazione, con accuse più pesanti: falso in atto pubblico in relazione a due compravendite di auto. Il pubblico ministero aveva chiesto tre anni e due mesi di condanna, ma i giudici sono stati più clementi, condannandolo a due anni e tre mesi.

Gli imputati hanno impugnato la sentenza e i giudici di secondo grado hanno parzialmente riformato la sentenza, assolvendo i tre da una delle due accuse e riducendo la condanna. L’avvocato dell’ispettore, Fabrizio Consoloni, si è detto soddisfatto per la drastica riduzione della pena, ma ha annunciato che ricorrerà in Cassazione. La parola finale su questa lunga vicenda non è ancora stata scritta.

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