Codice rosso: una donna di 23 anni aggredita dall’ex fidanzato con un’acido muriatico. Questo è solo l’ultimo episodio di una serie di violenze e pressioni psicologiche che la vittima ha subito per mesi. Secondo familiari e amici, la donna temeva per la sua sicurezza e ha continuato a denunciare il comportamento dell’ex compagno fino all’ultimo. Finalmente, la realtà ha dato loro ragione: Said Cherrah era un pericolo.

La vittima, residente a Erba, ha studiato e lavora in una grande azienda della città. Nonostante il massimo riserbo richiesto in questi casi, abbiamo cercato di ricostruire la sua storia attraverso le testimonianze di persone vicine a lei. La vittima è una donna intelligente e brillante che si è trovata coinvolta in una storia difficile. Ha deciso di interrompere la relazione con Cherrah nell’agosto del 2022, ma i mesi successivi sono stati un inferno.

Un amico racconta che la donna, la scorsa primavera, gli aveva confidato di aver chiuso la storia con Cherrah e di essere preoccupata perché si era resa conto che lui era pericoloso e potenzialmente violento. Aveva denunciato alcuni comportamenti ai carabinieri, ma era preoccupata perché lui abitava lontano. Nonostante ciò, temeva che potesse fare qualsiasi cosa. L’amico l’aveva incoraggiata a denunciare qualsiasi episodio alle forze dell’ordine.

Il più eclatante è avvenuto nell’agosto del 2023, un anno dopo la rottura. Lei è tornata dai carabinieri per denunciare episodi di stalking e lui l’ha aspettata fuori dalla caserma con un cric in mano. I militari lo hanno arrestato e sono scaturiti gli arresti domiciliari e il divieto di contattare l’ex compagna. Tuttavia, pochi giorni prima dell’aggressione, la donna è tornata dai carabinieri per integrare la denuncia perché l’ex fidanzato non rispettava le restrizioni imposte dal giudice e cercava di contattarla telefonicamente anche con numeri anonimi.

Il suo avvocato conferma che l’ultima integrazione della denuncia è stata recentissima, ma non è stata sufficiente per fermare Cherrah. La vittima ha vissuto mesi terribili, segnati dalla paura. Martedì pomeriggio, grazie all’intervento di alcuni testimoni, l’aggressione è stata evitata. La rete di solidarietà, almeno tra i colleghi delle aziende vicine, ha funzionato: sono stati alcuni lavoratori a fermare l’aggressore in attesa dei militari.

È importante che episodi come questi vengano denunciati e che le vittime trovino sostegno e protezione dalle autorità competenti. La violenza domestica e lo stalking devono essere combattuti con fermezza per garantire la sicurezza delle persone.

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