Due storie di femminicidio, due tragedie che hanno sconvolto l’Italia. Giulia Tramontano, una giovane donna di 29 anni incinta al settimo mese, è stata uccisa lo scorso maggio con 37 coltellate dal suo fidanzato Alessandro Impagnatiello. La seconda vittima è Giulia Cecchettin, una studentessa di 22 anni, uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta.

L’avvocato Giovanni Cacciapuoti, che rappresenta la famiglia Tramontano, ha dichiarato che l’omicidio di Giulia Cecchettin è stato ancora più violento. Queste notizie intollerabili e insostenibili per i cittadini comuni stanno diventando un peso anche per noi che siamo professionisti del settore.

L’avvocato Cacciapuoti ha avuto una conversazione telefonica con l’avvocato Stefano Tigani, che rappresenta la famiglia Cecchettin. Entrambi gli avvocati fanno parte dell’associazione Penelope, che si è mobilitata a maggio per cercare di ritrovare Giulia Tramontano.

Le due storie delle due Giulie hanno scosso l’Italia. La famiglia di Giulia Tramontano sta ancora vivendo una tragedia e un dolore fresco. I genitori e i fratelli di Giulia hanno scelto di vivere il loro dolore in silenzio in tutti questi mesi. Il prossimo 7 dicembre saranno a Milano per ricevere l’Ambrogino alla Memoria assegnato dal Comune a Giulia. Un riconoscimento importante, ma non sufficiente. Per fermare la violenza contro le donne, è necessario intervenire sull’educazione dei giovani.

L’avvocato sottolinea che Alessandro Impagnatiello e Filippo Turetta sono giovani e istruiti, non sono persone anziane con problemi mentali o ex guardie giurate che conservano armi. Questi episodi intollerabili e ingiustificabili stanno aumentando e questo preoccupa sia come cittadino che come padre di una bambina.

C’è un’altra similitudine tra i due femminicidi: due sorelle, Elena Cecchettin e Chiara Tramontano, che hanno sperato fino all’ultimo di ritrovare le loro sorelle vive e che non hanno mai creduto a un allontanamento volontario. Ma alla fine hanno dovuto affrontare una terribile perdita. E chissà per quanto tempo ancora dovranno farlo.

Il processo per Alessandro Impagnatiello inizierà il 18 gennaio davanti ai giudici della Corte d’Assise. Il barman sarà processato con rito immediato, dopo che il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto tutte le quattro aggravanti: premeditazione, crudeltà, vincolo della convivenza e futili motivi. Le accuse sono omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. La famiglia di Giulia si costituirà parte civile nel processo, così come il Comune di Senago, assistito dall’avvocato Antonio Ingroia.

Secondo quanto ricostruito dalla pubblica ministero Alessia Menegazzo, Alessandro Impagnatiello ha sorpreso la sua compagna da dietro colpendola al collo, al dorso e al viso con 37 coltellate, di cui almeno 9 sono state sferrate quando la vittima era ancora viva. Prima di queste coltellate, secondo le indagini dei carabinieri, Impagnatiello aveva fatto ingerire a Giulia del bromadiolone, un potente veleno per topi con effetto anticoagulante, intensificando la somministrazione a partire da marzo 2023, in quantità tale da raggiungere anche il feto attraverso la placenta. Giulia è stata uccisa nell’appartamento in cui la coppia viveva, nascosta nel garage e in cantina per tre giorni, poi abbandonata dietro una fila di box in via Monte Rosa. Giulia e il piccolo Thiago, il nome che avrebbe avuto il bambino che portava in grembo.

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