Una storia di ossessione e violenza è giunta al suo ultimo capitolo ieri, martedì 21 novembre, quando A.F., un uomo di 32 anni della Val Calepio, è stato condannato a dieci anni di carcere per stalking e lesioni, oltre che per rapina, ricettazione e detenzione di sostanze stupefacenti. La vittima, una giovane impiegata di 30 anni, ha vissuto un vero e proprio incubo per diversi anni a causa della gelosia e del controllo maniacale dell’imputato.

La ragazza è stata completamente tagliata fuori dalla sua vita sociale, allontanata da parenti e amici a causa della sua relazione con l’uomo. Le aggressioni, le minacce e le forme di controllo erano all’ordine del giorno, con lui che la picchiava in momenti di totale perdita di controllo e sotto l’influenza di alcol e droghe. In alcuni casi, le avrebbe anche spento delle sigarette sulle gambe come forma di punizione. Ma le prevaricazioni non erano solo fisiche, ma anche psicologiche: le impediva di uscire con le amiche se lui non era presente, controllava i suoi account sui social media, bloccando gli amici che non gli piacevano e persino modificando le password e il riconoscimento facciale del suo cellulare in modo che potesse essere sbloccato solo da lui.

Non solo controllava le persone che entravano e uscivano dal condominio in cui la ragazza viveva con la sua famiglia, accusandola di tradirlo se vedeva un uomo entrare, anche se non aveva nulla a che fare con lei. L’umiliazione era arrivata a livelli inaccettabili, tanto che la ragazza era costretta a dormire in macchina nel parcheggio dell’azienda in cui l’uomo lavorava di notte come operaio, solo per poter essere controllata anche in quei momenti.

Ci sono stati episodi ancora più inquietanti: l’uomo ha preso a calci la macchina della ragazza quando lei era uscita a guidare un’auto di un parente. In un’altra occasione, convinto che lei portasse uomini a casa sua, è entrato dalla finestra della sua camera da letto di notte, pensando di coglierla in flagrante. Poi c’è stato un episodio nel 2018, quando ha fatto salire la ragazza in macchina dicendole che sarebbero andati da un suo amico che aveva una pistola e l’avrebbe uccisa. Fortunatamente, durante il tragitto hanno avuto un incidente, che ha impedito il compimento di tale proposito.

La denuncia che ha concluso la loro relazione e portato al processo è avvenuta nel 2019. Dopo una serata in un bar, l’uomo ha accusato la ragazza di avergli rubato il suo cellulare e ha iniziato a insultarla. Lei ha suggerito di tornare al locale per cercarlo, ma quando sono arrivati era già chiuso. A quel punto, lui è andato su tutte le furie, l’ha afferrata per i capelli e ha preso la sua borsa, minacciando di ucciderla se non gli avesse restituito il telefono.

Fortunatamente, un uomo su un furgone ha assistito alla scena e è intervenuto, facendo allontanare l’uomo e accompagnando la vittima dai carabinieri. A quel punto, lei ha deciso di denunciarlo. Durante la perquisizione in casa, sono stati trovati quaranta grammi di marijuana e due carte prepagate appartenenti a una signora francese, vittima di furto. L’uomo è fuggito dalla finestra, ma si è presentato in caserma qualche giorno dopo. In tribunale, però, non si è mai presentato.

Questa storia è un esempio di quanto possa essere pericoloso e distruttivo un rapporto basato sull’ossessione e sulla violenza. È importante che le vittime di stalking e violenza domestica denuncino i loro aguzzini e cercano aiuto per uscire da situazioni così pericolose. Solo così si può porre fine a cicli di violenza e permettere alle vittime di ricominciare una vita libera e sicura.

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