Il caso di violenza domestica che si è concluso in tribunale con la condanna di un uomo a due anni di reclusione ha fatto emergere una storia di violenze e difficoltà economiche. La coppia, sposata nel 1972, ha vissuto una vita di discussioni e litigi, culminati in percosse e insulti. La donna ha raccontato che il primo schiaffo l’ha ricevuto solo 15 giorni dopo il matrimonio, a causa della gelosia del marito che pensava che lei desse troppa confidenza agli uomini in ufficio. Le difficoltà economiche della famiglia hanno contribuito ad alimentare i diverbi, con l’uomo che non era riuscito a trovare un lavoro fisso dopo la fine della sua carriera sportiva e la donna che si occupava delle questioni economiche. La situazione familiare era tragica e violenta, con rapporti sessuali forzati e gravidanze interrotte. Ogni discussione si trasformava in violenza fisica, fino a quando l’uomo ha chiesto la separazione per ottenere il reddito di cittadinanza. Il processo ha evidenziato la difficile ricostruzione dei fatti dopo tanto tempo e ha portato alla condanna dell’uomo. L’avvocato della donna ha sottolineato che si tratta di una storia che rappresenta il paradigma del patriarcato, sottolineando la difficoltà di quantificare 40 anni di violenze.

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