La fumata nera dall’incontro tra il sindaco di Parabiago, Raffaele Cucchi, e le associazioni e i partiti animalisti di giovedì 23 novembre è l’ultimo atto di una serie di iniziative nate dopo che un cacciatore ha sparato ad un rottweiler nel Parco del Roccolo, uccidendolo.

Mentre le indagini sono in corso per accertare le responsabilità, Fronte Animalista, Meta Milano, Meta Nazionale, Associazione Vegani Internazionale, No Mattatoio Milano e Partito Animalista Italiano hanno chiesto al sindaco di “prendere posizione con la Regione Lombardia, in modo congiunto con altri comuni competenti e con il Parco del Roccolo, per vietare l’attività venatoria all’interno del parco”, seguendo l’esempio di quanto già avviene nel Parco Alto Milanese. Tuttavia, l’incontro non è andato come speravano gli animalisti.

“Il primo cittadino ci ha comunicato che la zona in cui è avvenuto il tragico episodio non è all’interno del Parco del Roccolo”, sottolineano le associazioni e i partiti il giorno dopo l’incontro. “Naturalmente, poco cambia perché, in ogni caso, dove è accaduto l’episodio è una zona ad alta fruibilità e fortemente urbanizzata. Abbiamo cercato di ottenere almeno la sospensione della caccia sul territorio comunale in attesa delle indagini, ma il sindaco Cucchi, visibilmente in disaccordo, non ha accolto la nostra proposta”.

“Ribadiamo che se si concede ai cacciatori di sparare in zone come queste, l’incidente potrebbe, purtroppo, verificarsi nuovamente”, proseguono gli animalisti. “Vietare la caccia sarebbe un atto dovuto nel rispetto e nella sicurezza pubblica per evitare che ‘incidenti’ come questo possano ripetersi, coinvolgendo magari bambini la prossima volta”.

La Piazza della Vittoria ha posizioni diametralmente opposte. “Ho incontrato i gruppi di animalisti pensando di dar vita a uno scambio di opinioni in merito a quanto accaduto qualche settimana fa”, spiega il sindaco Cucchi. “Volevo ragionare sul territorio e su eventuali misure da adottare. In verità, dopo aver ascoltato tutti e tre gli attivisti presentatisi, non è arrivato il mio turno, non mi è stata data la possibilità di esprimere il mio parere”.

“Sono stato interrotto bruscamente da uno dei tre e non ho più avuto modo di dire nulla”, conclude il primo cittadino. “A quel punto l’incontro si è concluso. Pertanto, non mi mettano in bocca concetti e parole che non ho detto, perché davvero non ho potuto dire nulla. Mi hanno riferito successivamente che sono stato apostrofato in mia assenza con la frase ‘Sei proprio un leghista’… si può ben comprendere che l’approccio all’incontro era decisamente prevenuto”.

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