Un processo per lesioni aggravate è in corso presso il tribunale di Varese, nonostante l’imputato abbia chiesto scusa e sia stato perdonato dalla persona offesa. La procedura legale è stata avviata a causa dell’utilizzo di un coltello durante una lite avvenuta nel centro di Besozzo nel lontano marzo 2017. Ciò implica che l’autorità giudiziaria debba intervenire d’ufficio. Dietro a questo fatto banale si cela però la possibilità che la situazione potesse degenerare in qualcosa di tragico, come è emerso durante il processo. L’imputato, 42 anni, dopo un acceso scambio verbale con la vittima, un uomo di 59 anni, ha estratto un coltello e, prendendolo per il collo, lo ha ferito al mento. La vittima ha reagito con calci e pugni, costringendo l’aggressore a fuggire. Tutto questo a causa di una discussione avvenuta alcuni giorni prima tra l’imputato e il figlio della persona aggredita. L’imputato voleva far capire alla vittima che non si scherza con lui. Durante l’udienza, il 59enne ha raccontato di essere stato disarmato e di come i soccorritori lo abbiano portato in ospedale sull’ambulanza. I due hanno avuto un chiarimento alcuni giorni dopo, quando l’imputato è andato a casa del 59enne per chiedere scusa. Hanno parlato e poi la vittima è andata dai carabinieri per ritirare la querela. Nonostante ciò, l’accaduto non è stato cancellato e la vicenda tornerà in tribunale l’estate prossima per il verdetto del giudice.

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