Una legale rappresentante di una cooperativa che gestisce un istituto scolastico nella provincia di Varese è stata accusata di “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”. La donna avrebbe lasciato la scuola aperta nonostante fosse prevista la chiusura a causa del Covid. Ora è a processo e rischia un arresto fino a tre mesi o un’ammenda di poco più di 200 euro.

L’accusa riguarda la violazione dell’ordinanza del sindaco del paese in cui si è verificato il fatto, che aveva disposto la sospensione delle lezioni in presenza in tutte le scuole del Comune. La scuola coinvolta nel processo adotta metodi di insegnamento alternativi e aveva elaborato un piano per gestire gli spazi scolastici e prevenire i contatti fisici al fine di evitare possibili contagi da Covid. Secondo alcuni testimoni, la didattica a distanza avrebbe creato danni psicologici agli studenti, quindi si è scelto di mantenere le attività di laboratorio in presenza.

Tuttavia, secondo il pubblico ministero, la scuola avrebbe violato l’ordinanza del sindaco prima ancora che quest’ultimo potesse valutare una possibile deroga al provvedimento. La polizia locale è intervenuta per disporre la chiusura dell’istituto, trovando all’interno ottanta alunni e dieci docenti.

Il processo è ancora in corso e la prossima udienza è prevista per aprile 2024. Altri testimoni dovranno essere ascoltati e l’imputata avrà la possibilità di fornire la propria versione dei fatti.

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