Il racconto di Giorgio Huge, oggi 80enne, del dopoguerra a Milano

Il dopoguerra è un periodo storico che ha segnato profondamente l’Italia e le sue città, tra cui Milano. Uno dei protagonisti di questa storia è Giorgio Huge, oggi ottantenne, che ha vissuto da bambino le conseguenze della Seconda guerra mondiale e ha condiviso il suo racconto per far rivivere quei momenti.

Giorgio Huge ricorda di vivere con sua madre a Milano, nell’Isola, in via Porro Lambertenghi. La loro casa venne bombardata e, come molti altri milanesi, si trovarono senza un tetto. Furono quindi spostati nelle baracche di via Renato Serra, che all’epoca era solo una strada, non ancora un viale come lo conosciamo oggi. Le baracche erano fatte principalmente di legno, con solo la base in cemento. Vivevano in queste condizioni per dieci anni, fino a quando non venne loro assegnata una casa nel 1955.

Le baracche erano situate in un’area in cui ora si trova la sopraelevata, circondata dalla fabbrica dell’Alfa Romeo. Giorgio Huge ricorda i rumori e le sirene delle macchine, nonché le processioni dei lavoratori che andavano e venivano. Vicino alla sua baracca vivevano altre famiglie, come i Cabibbo e i Fusaro, che condividevano le stesse difficoltà.

La situazione era precaria e pericolosa, soprattutto per i bambini. Non esistevano semafori e l’incrocio con via Traiano era particolarmente pericoloso. Giorgio Huge ricorda che alcuni bambini persero la vita investiti dalle macchine e lui stesso finì sotto una moto. Nonostante tutto, la vita continuava e il ricordo delle baracche e delle difficoltà vissute è ancora vivo nella memoria di Giorgio Huge.

Il racconto di Giorgio Huge ci permette di rivivere un pezzo di storia di Milano, un periodo difficile in cui molte persone si trovarono senza una casa. È importante ricordare queste storie per non dimenticare il passato e per apprezzare quanto sia stato fatto per migliorare le condizioni di vita delle persone.

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