Un eroe di Sovico: il vigile Mario Giovine salva una donna dal suicidio
Un gesto di coraggio e altruismo ha reso Mario Giovine, un vigile di 56 anni di Sovico, un eroe. Il poliziotto è intervenuto prontamente a Paderno d’Adda per soccorrere una donna di mezza età che stava cercando di compiere un gesto estremo, buttandosi dal ponte.
Mario Giovine lavora presso il comando di Polizia locale di Robbiate, Paderno e Verderio, e opera anche a Sormano, soprattutto durante i fine settimana e l’estate, quando il paese è frequentato da numerosi turisti.
Il dramma si è consumato nel pomeriggio di giovedì 9 novembre, quando i familiari della donna hanno segnalato la sua intenzione di suicidarsi. “Io e la mia collega Beatrice Porro siamo subito intervenuti”, racconta Giovine. “Abbiamo trovato la donna sul ponte che camminava avanti e indietro. Ho cercato di avvicinarmi a lei, sapendo che la vista della divisa può spaventare una persona in procinto di compiere questo gesto. Così ho tolto la giacca per rassicurarla. Quando stava prendendo la rincorsa per saltare, ho corso e sono riuscito a raggiungerla prima che potesse farlo. L’ho afferrata appena in tempo, mentre si trovava in una posizione molto pericolosa, con una gamba già oltre il parapetto. Ho tenuto un braccio e una gamba per tenerla ferma”.
Successivamente, l’agente ha aiutato la donna a scendere dal ponte insieme alla collega. “Mentre la mia collega mi raggiungeva per aiutarmi a farla scendere dal parapetto, io l’ho tenuta stretta a me per calmarla e tranquillizzarla”, continua Giovine. “Abbiamo cercato di farla ragionare, anche se inizialmente ha reagito in modo aggressivo nei nostri confronti. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi, e alcuni medici l’hanno portata all’ospedale di Vimercate per dei controlli”.
Prima del trasporto in ambulanza, il comandante Giovanni Bacile ha rivolto alcune parole di conforto alla donna. “Non dimenticherò mai quando, salita sull’ambulanza, mi ha abbracciato con le lacrime agli occhi e mi ha ringraziato”, ricorda Giovine. “Era felice che l’avessimo salvata. Sul momento abbiamo scherzato un po’, mi chiedeva se poteva chiamarmi ‘angelo’, ma io le ho risposto ironicamente che il mio nome è Mario”.
Quest’esperienza rimarrà per sempre nella memoria dell’agente. “Posso affermare con certezza che, insieme alla nascita dei miei figli, sia stata la cosa più bella che mi sia mai capitata”, afferma Giovine. “È stata un’emozione indescrivibile, non posso raccontare ciò che ho provato, ma auguro a tutti di provare un’emozione simile. Questo episodio mi ha dato una nuova motivazione sul lavoro. Vado sempre contento a lavorare, ma da qualche giorno mi sento particolarmente grato di aver scelto questa professione e ancora più motivato di prima”.
L’agente ha ricevuto moltissime manifestazioni di stima e complimenti da colleghi e conoscenti. “Questo mi ha riempito di orgoglio”, dice Giovine. “Anche nel mio paese, Sovico, ho ricevuto tanti segni di affetto, per cui sono grato a tutti”.
Tuttavia, l’agente ha notato con amarezza l’indifferenza di chi passava di fronte alla scena. “Mi ha un po’ dispiaciuto vedere che molte persone si sono fermate a guardare, ma nessuno si è offerto di darci una mano o di darci conforto”, confessa. “È stato un po’ triste, ma sono felice di sapere che la signora ora è in cura e assistita dagli esperti. Spero che non lo faccia mai più”.