29 novembre, la Divisione Anticrimine della Polizia di Stato di Varese ha eseguito un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Milano nei confronti di un cittadino italo-svizzero residente a Lugano. Questo individuo è stato ritenuto responsabile di attività di produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. È importante sottolineare che l’uomo ha già ricevuto condanne definitive in Italia e in Svizzera per gli stessi reati.

Fin dall’inizio, gli investigatori hanno notato che il tenore di vita dell’uomo e dei suoi genitori, agricoltori in pensione residenti nel Luinese, era molto elevato. Nonostante l’uomo affermasse di non possedere alcun bene o utilità, sostenendo di aver sperperato tutto il suo patrimonio nel tempo, è diventato chiaro che la realtà era ben diversa.

Un’approfondita indagine sui flussi finanziari ha permesso di scoprire che ingenti somme di denaro contante venivano depositate sui conti dei soggetti in questione da diversi decenni, senza un motivo giustificato e sempre al di sotto della soglia minima di versamento di denaro liquido prevista dalla legge.

È emersa una frenetica attività di gestione dei depositi da parte dei coniugi, molto abili nel girocontare i contanti, che venivano versati con frequenza sui vari conti e libretti al fine di emettere assegni per l’acquisto di immobili.

In realtà, i proventi illeciti derivavano dall’attività criminale di cui il figlio era il principale responsabile. Al momento, l’intero patrimonio, in attesa di una valutazione da parte dell’amministratore giudiziario, è stimato intorno ai due milioni di euro.

Nel conteggio dei beni da sottoporre a sequestro sono inclusi 5 unità immobiliari, 8 terreni, 3 autovetture, 1 gommone con relativo carrello, un rimorchio e 29 rapporti finanziari. Due dei conti correnti individuati e uno degli immobili si trovano in Spagna, a Tenerife.

Grazie all’applicazione del regolamento UE n. 1805/2018, che prevede il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di sequestro e confisca all’interno dei paesi dell’Unione Europea, è stato possibile congelare anche i beni detenuti all’estero.

Come per i procedimenti penali, anche nel caso delle misure di prevenzione, si deve attendere le valutazioni dell’autorità giudiziaria competente, che procederà rispettando i diritti di difesa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui