Operazione antidroga: arrestati quattro italiani
I Carabinieri della Compagnia di Desio, con il supporto dei comandi territorialmente competenti, hanno effettuato oggi, martedì 5 dicembre, un’operazione di arresto nelle province di Monza Brianza e Brescia. L’operazione è stata eseguita in seguito a un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Monza nei confronti di quattro persone di nazionalità italiana. Due di loro sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, mentre gli altri due agli arresti domiciliari.

Il Vigile del Fuoco coinvolto in un caso di corruzione
Il provvedimento è basato su gravi indizi di colpevolezza emersi dalle indagini condotte dalla Compagnia su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza. Le indagini riguardano le condotte di un Vigile del Fuoco di Carate Brianza, che è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere. Il Vigile del Fuoco prestava servizio presso il Comando Provinciale di Monza e Brianza.

L’accusa di lucrare sulle commesse
Secondo l’accusa, il pubblico ufficiale avrebbe abusato del proprio ruolo e delle proprie mansioni per lucrare indebitamente sulle commesse relative all’acquisto di beni e servizi per conto del Corpo di appartenenza. Il Vigile del Fuoco avrebbe percepito compensi per agevolare fornitori compiacenti, due dei quali sono stati colpiti dal provvedimento cautelare: uno è stato posto in carcere, mentre l’altro agli arresti domiciliari. In particolare, è finito in carcere un imprenditore bresciano proprietario di un’azienda specializzata nella riparazione di camion e veicoli dei Vigili del Fuoco, mentre agli arresti domiciliari è stato posto un gommista di Giussano.

Le indagini sono state avviate grazie alla denuncia di un titolare di una ditta di ferramenta, il quale ha riferito ai Carabinieri di aver ricevuto una richiesta di tangente da parte di un Vigile del Fuoco.

Coinvolta anche la moglie del Vigile del Fuoco
Anche la moglie del Vigile del Fuoco è stata posta agli arresti domiciliari, poiché gravemente indiziata di riciclaggio dei proventi corruttivi ottenuti dal coniuge, consapevole della loro origine illecita.

I quattro indagati sono accusati, a vario titolo, di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio e truffa. I reati contestati sono stati commessi tra luglio 2021 e marzo 2023.

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