SARONNO – Un genitore ha raccontato a ilSaronno la difficile mattinata degli studenti dell’Itis Riva di via Carso, alle prese con un’interruzione della caldaia. “Oggi all’Istituto Itis Riva di Saronno, per l’ennesima volta, la caldaia è andata in blocco lasciando al freddo l’intero edificio”, spiega un papà. “I ragazzi hanno detto basta a questa situazione che si ripete con troppa frequenza e si sono messi in stato di agitazione”. La dirigenza della scuola ha deciso di mandare a casa gli studenti emettendo una circolare. “Si comunica che oggi 4 dicembre all’inizio delle lezioni la caldaia risultava in blocco. Avvisati i tecnici immediatamente, alle 10.15 gli stessi non si sono ancora presentati. Le aule sono fredde e gli studenti non possono fare lezione in condizioni idonee. Si chiede ai genitori di venire a prendere i propri figli minorenni. I maggiorenni saranno giustificati (motivazione altro intenso freddo) autorizzati dai propri professori”.
“I genitori arrivati a scuola si sono trovati di fronte una coda di decine e decine di persone che dovevano firmare il permesso d’uscita. Il caos regnava sovrano: persone disorientate che chiedevano come fare per poter recuperare il figlio; genitori che avevano chiesto permesso al lavoro, avevano firmato o avevano mandato la mail al coordinatore di classe che aspettavano l’uscita dei figli negata dai professori in classe finché non arrivava il bidello ad accompagnare dalla classe stessa all’uscita l’alunno. Insomma una brutta pagina”, riprende il papà.
La segnalazione del genitore non si ferma però alla gestione del problema odierno: “Ma questo non è un fulmine a ciel sereno, un inconveniente che può capitare. Già lo scorso lunedì si era verificato un episodio simile e c’erano delle classi con una temperatura interna di 6 gradi. Inoltre ci sono alcune aule, ex laboratori adattati ad aule, in cui i ragazzi rimangono tutto il giorno, che sono ancora più fredde delle altre. I genitori cominciano ad essere esasperati vedendo l’aumento degli stati febbricitanti e bronchiti che affliggono i propri figli e chiedono soluzioni strutturali e risolutive al problema.