“Arrestato a Verdello un 34enne albanese fuggito su una vettura segnalata per precedenti raid: risulta intestata a un sardo.

Il parco auto in questione non è da sottovalutare: 15 vetture intestate, la maggior parte appartenente a cittadini stranieri, alcune delle quali segnalate nei pressi di abitazioni appena svaligiate. L’uomo arrestato è un sardo, probabilmente un prestanome, e la sua figura è emersa durante l’udienza di convalida dell’arresto di O. K., 34enne albanese senza lavoro e con precedenti per reati contro il patrimonio.

L’uomo viaggiava su una Ford Focus che era stata notata in precedenza nei pressi di abitazioni obiettivo di furti. La vettura è stata intercettata domenica alle 11:30 sulla strada provinciale Francesca a Verdello. Il lettore targhe montato sull’auto dei carabinieri ha segnalato che si trattava di un’auto ricercata. Così i militari hanno intimato l’alt. O. K. ha però accelerato, dando inizio a un inseguimento durato meno di un chilometro, ma non privo di rischi, dato che il fuggitivo ha compiuto sorpassi e manovre pericolose. Il 34enne ha infine abbandonato la vettura ed è fuggito a piedi nei campi. Ha cercato di nascondersi tra la vegetazione, ma i carabinieri, supportati da due pattuglie, lo hanno trovato. Nonostante fossero in sei, i militari hanno faticato a bloccare O. K., che cercava di opporsi all’arresto con calci e pugni. Alla fine l’uomo è stato ammanettato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, O. K. ha raccontato di essere arrivato in Italia da 4-5 giorni e di essere a Verdello per errore. Ha spiegato di essere ospitato dagli zii a Pioltello, nel Milanese, e di essere fuggito per paura di non essere in regola sul territorio italiano. Ha chiesto scusa ai carabinieri contro cui aveva opposto resistenza.

Il vice procuratore onorario ha chiesto la convalida dell’arresto e ha evidenziato il pericolo di reiterazione del reato, considerando i precedenti specifici del 34enne, la sua mancanza di lavoro e il fatto che fosse stato trovato su un’auto segnalata per precedenti furti in abitazione. Non avendo un domicilio, l’accusa ha richiesto la custodia cautelare in carcere. Tuttavia, proprio mentre il difensore stava prendendo la parola, sottolineando che il suo assistito era fuggito per paura di non essere in regola e non perché avesse commesso un furto, e che si era scusato con i carabinieri, i parenti dell’uomo hanno dichiarato in aula la loro disponibilità ad accoglierlo ai domiciliari nella loro abitazione a Pioltello. Così, il vice procuratore ha deciso di modificare la sua richiesta, chiedendo gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto gli arresti domiciliari presso i parenti, senza braccialetto. Il processo per direttissima è stato rinviato al 12 gennaio.”

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