Il processo per l’omicidio del giovane Ouadia Bouda, conosciuto come Jimmy, è iniziato lunedì 4 dicembre 2023. Il ragazzo di 25 anni, di origine marocchina, è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca il 2 aprile del 2022 durante uno scontro tra spacciatori. Quattro connazionali del ragazzo sono accusati della sua morte, di cui due sono ancora latitanti all’estero. Sono tutti indiziati anche per il tentato omicidio di altri due maghrebini.

Davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, sono comparsi solo Mohamed El Moundiry ed Elhabib Rahoui, i quali sono stati arrestati dai Carabinieri di Legnano l’11 novembre dello scorso anno. La prossima udienza è stata fissata per lunedì 18 dicembre, quando saranno ascoltati i militari di Legnano e verrà depositata la perizia sulle intercettazioni telefoniche e ambientali.

Ouadia “Jimmy” Bouda era diventato scomodo nell’ambiente dello spaccio a Rescaldina e lo sapeva bene. Pochi giorni prima di essere ucciso, si era confidato con la sua fidanzata, fornendole nomi e fotografie dei rivali che volevano ucciderlo e chiedendole di rivolgersi immediatamente ai Carabinieri se gli fosse successo qualcosa. È stata proprio lei a riconoscere il corpo del fidanzato, ritrovato in via per Gerenzano, alla stazione di Rescaldina dell’Arma, dopo aver appreso dell’omicidio dai giornali.

Gli investigatori hanno iniziato ad indagare in base alle rivelazioni della ragazza, incrociate con l’acquisizione dei tabulati telefonici e gli interrogatori di vari testimoni, fino ad arrivare all’emissione del provvedimento di custodia cautelare da parte del gip Stefano Colombo.

Sul luogo del delitto sono stati trovati bossoli di proiettili di due calibri diversi, il che ha fatto pensare che ci fossero almeno due killer coinvolti. Secondo la difesa di El Moundiry, però, il loro assistito non era nemmeno presente nella boscaglia del Rugareto il giorno dell’omicidio e sarebbero stati due membri della sua banda a sparare a Bouda. Il colpo fatale sarebbe partito dalla pistola 9×21 di Hassan Benkhadra, detto “il lungo”, il quale è fuggito in Spagna la mattina successiva temendo ritorsioni per l’errore commesso.

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