Accerchiato e intimidato sotto casa: protagonista, suo malgrado, dell’episodio inquietante è stato l’ex assessore alla Cultura Massimiliano Longo che, dopo aver denunciato il fatto ai Carabinieri, lunedì in consiglio comunale ha raccolto la solidarietà della giunta e dell’aula.

Monza: accerchiato e intimidito, Massimiliano Longo ne ha parlato in consiglio comunale

«Da mesi – ha affermato il forzista – dico che la situazione nelle piazze Trento Trieste, Duomo, Centemero e Paleari è intollerabile e che non ci troviamo di fronte a ragazzi che non rispettano le regole. Qui ci sono altre dinamiche: ci sono gruppi di nordafricani che dal tardo pomeriggio si affrontano a coltellate e colpi di bottiglia. I commercianti sono spaventati e stanno perdendo clienti».

Longo, con i suoi interventi, ha attirato l’attenzione di chi ha trasformato una parte del centro in un luogo di spaccio: «Quando rincasavo – ha raccontato – li sentivo urlare e ho avuto la conferma che cercavano di provocare la mia reazione la mezzanotte del 23 ottobre dato che ero il solo ad attraversare la piazza. Nonostante la preoccupazione ho continuato a fare il mio dovere». La situazione ha rischiato di precipitare il 16 novembre: «Al termine del consiglio comunale – ha proseguito – alcuni nordafricani si sono avvicinati e uno di loro, con tono molto ironico, mi ha chiesto “Avvocato, tutto bene?”. Ho risposto “Non bene, benissimo”. Fortunatamente sono riuscito ad aprire il portone e mi sono sentito augurare con lo stesso tono una buona serata».

Monza: accerchiato e intimidito, l’assessore alla sicurezza Moccia

A quel punto ha telefonato all’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia che lo ha invitato a denunciare: «Sono andato dai Carabinieri il 28 – ha aggiunto il consigliere – da quel giorno i controlli delle forze dell’ordine si sono infittiti e la scorsa settimana sono stati arrestati due spacciatori».«La decisione di Longo di comunicare la denuncia in aula, dove tutti possono sentire – ha commentato Moccia – è una scelta coraggiosa, è il contrario dell’omertà. Ora cercheremo di dimostrare concretamente che non si minaccia chi segnala fatti di malcostume o di criminalità».

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